8 marzo. Un appello alle donne: conquistate la vostra libertà! Quella vera.

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E così anche quest’anno torniamo a parlare della “Festa della donna”

Ne avrei fatto volentieri a meno, ma poi capita di leggere cose di questo genere:

… l’emergenza coronavirus non cancella ma conferma l’urgenza della nostra lotta“… e allora le dita sulla tastiera partono automaticamente.

Questa frase insensata l’ho appena letta sull’organo ufficiale del progressismo da salotto buono e della neochiesa di Santamarta SpA, La Repubblica. Vedi su https://www.repubblica.it/cronaca/2020/03/08/news/l_otto_marzo_ai_tempi_del_coronavirus_in_silenzio_e_nell_emergenza-250608184/

 

Cosa vuol dire? Davvero non saprei, ma tant’è: al giorno d’oggi non importa che ciò che si dice abbia un senso. Importa molto chi lo dice, anzitutto, e importa anche che la frase criptica o magari semplicemente cretina abbia qualche sfumatura suggestiva, e ciò si ottiene più facilmente scrivendo cose insensate.

Del resto, in una società che ha voluto buttar via i dogmi della Fede, ossia gli unici che, difendendo la Verità, consentivano anche una convivenza civile armoniosa, il risultato può essere solo la follia e, in subordine, la semplice e totale stupidità.

Parole al vento, ma purtroppo sono sempre le stesse, ossessivamente ripetute, difese con ferocia e imposte con spietata determinazione. E va a finire che poi c’è chi ci crede davvero.

E se ben guardiamo la prima parola, la più turpe e ingannatrice, è l’affascinante parola “uguaglianza”. È un inganno vigliacco, ma ormai è un dogma del bigottismo “in” progressista.

Grazie a Dio esistono, eccome le differenze! Nessun uomo è uguale a un altro e la differenza tra uomini e donne esiste. eccome. E nessuna donna è uguale a un’altra. E Deo gratias!

Ecco, in questo ennesimo “8 marzo” (e ringraziamo di cuore il Coronavirus che ha bloccato un po’ di manifestazioni di stupidità collettiva), io vorrei fare un appello a tutte le donne.

Care e amatissime donne, riconquistate la vostra libertà contro i bigotti del conformismo progressista!

Reclamate il vostro diritto sacrosanto di essere spose (SPOSE: non conviventi o “partner”…), di essere mamme. E anche di essere casalinghe, perché solo una casa retta saggiamente da una donna saggia è una casa ordinata e serena.

Reclamate il vostro diritto di avere figli – ma prima sposatevi… – di non essere costrette da una ideologia criminale a uccidere i vostri figli con il crimine dell’aborto.

Reclamate il diritto a far splendere quel dono meraviglioso che Dio ha fatto a voi. Voi custodite il segreto della vita, voi cooperate con Dio Creatore compiendo il miracolo di una nuova vita che apre gli occhi.

Spianate il sedere a calcioni a quanti vi hanno obbligato a essere manager, professioniste, poliziotte, spazzine, minatrici (penso che sia così il femminile di “minatori”), eccetera.

Spianate il sedere a calcioni a quanti vi hanno obbligato a distruggere la famiglia, facendo di tutto anziché le spose e le mamme.

Ricordatevi che da voi dipende la pace e la serenità in famiglia, un bene infinitamente più prezioso delle cosiddette “soddisfazioni” economiche e professionali.

Insomma, care e amatissime donne, ricominciate a fare le donne.

Sarete più felici voi, perché finalmente potrete essere ciò che siete e che vi rende impagabili e sacre! E saremo tutti più felici, perché ritroveremo la famiglia, la base insostituibile di una società sana e cristiana!

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