Aventino – un lusso, e un rischio, che non possiamo permetterci

Mentre scrivo queste noterelle (sono le ore 20.30 di sabato 31 agosto) le notizie romane sono di una squallida monotonia. Continua il ballo dei pagliacci, con qualche aspirante star che si fa più pretenzioso per tirare a casa magari un sottosegretariato in più. Altri clown ribattono con profondi pensieri politici, del tipo “speriamo che si trovi un accordo”, oppure “stiamo trattando”.

Non hanno un programma preciso, se non quello di tenersi incollati alle cadreghe (per i 5 stelle) e di prendere al volo questo miracoloso autobus (per i pidioti). Di fronte a queste cose ogni serio ostacolo cadrà e comunque un governo lo faranno.

Zingaretti ha già proclamato urbi et orbi che col nuovo governo si risparmieranno quindici miliardi. Mica sono spiccioli. Come sarà possibile questo evento miracoloso, non ce lo ha spiegato. Glissons.

Di fronte a questo spettacolo penoso il cittadino elettore, già disgustato dopo aver constatato che le indicazione chiarissime date con le europee di maggio non sono tenute in alcun conto da lorsignori, è tentato di dire: “Basta, fate tutti schifo. Vi saluto e non andrò mai più a votare, tanto non serve a nulla”.

È vero. La tentazione di disinteressarsi sempre più della politica è grande, comprensibile e legittima. Ma è pericolosissima ed è un lusso che non possiamo permetterci. È un lusso troppo rischioso e lorsignori non aspettano altro.

Forse le prossime elezioni sono lontane, o forse no. Il mostriciattolo che sta per nascere, e che chiameranno “governo”, quanto potrà durare? Forse fino a fine legislatura, o forse no. Quanto riusciranno a stare insieme delle forze politiche confuse, guidate da incapaci, ora quasi-alleate senza un preciso programma, se non sopravvivere e smontare quanto fatto fin qui da Salvini?

Ma se anche il mostriciattolo riuscirà a sopravvivere per tutta la legislatura, non possiamo permetterci di disinteressarci della politica, perché sarà necessario far sentire la voce degli uomini liberi, che non si sono arresi, che non vogliono veder morire l’Italia e le speranze per i loro figli.

È un’illusione pensare che un 60 – 70% di astenuti alle prossime elezioni (che siano alle porte o che siano distanti) possa, in un domani, dare chissà quale “choc” a chi ora detiene il potere e lo tiene ben stretto.

Lorsignori non aspettano altro. Per loro un popolo sempre più bue è l’ideale. Sopra le loro scrivanie è ben in evidenza il cartello che dice “Non disturbate il manovratore”. Il popolo è solo un disturbo. Se sta zitto, se si astiene, se l’elettorato si riduce ai pochi fedelissimi trinariciuti, il gioco è fatto.

E se in un domani (questo sì prossimo) saremo chiamati, ad esempio, a manifestare in piazza, non dovremo neanche in questo caso rifugiarci sull’Aventino. È anche questa un’occasione che lorsignori aspettano, per poter dire: “Visto? Il popolo non protesta, quindi il popolo è con noi”.

La posta in gioco è troppo grossa. È la distruzione o la sopravvivenza (e si spera, in un domani, lo sviluppo) della nostra civiltà. Cattolica, italiana. Con secoli e secoli di splendore, che non possono essere ora affossati da clown come un Renzi o uno Zingaretti o da demoni come una Cirinnà  o una Bonino.

Vi siete mai chiesti, di fronte a certe tragiche immagini della persecuzione contro gli ebrei (pensiamo ad esempio a quelle lunghe file di prigionieri che salgono sui treni, controllati da pochi militi delle SS), come fosse possibile controllare migliaia di persone con poche decine di guardie armate? Perché quelle centinaia e centinaia di perseguitati non avevano la forza di saltare addosso a quelle poche guardie ed eliminarle? Certo, i primi tra loro sarebbero stati abbattuti, ma poi la massa avrebbe avuto ragione degli aguzzini.

Non si ribellarono perché erano uomini già demoliti nel morale, rassegnati alla loro sorte. Umiliati, privati dei loro beni, della loro dignità, si erano già arresi. Su di loro era stato fatto un crudele lavoro “preventivo” di distruzione psicologica.

È così che lorsignori ci vogliono: demoliti, rassegnati. Pronti a subire di tutto, avendo rinunciato ai nostri diritti. E nel caso dell’Aventino, rinunceremmo al diritto di voto o al diritto alla protesta.

No, non possiamo suicidarci. Il suicidio non solo è immorale, ma è anche stupido.

Teniamoci invece pronti a tutto. A votare, se il Circo dei Clown di Mattarella-Conte non ce la farà a partorire il mostriciattolo. A protestare, se il mostriciattolo verrà alla luce (e sarà spacciato per un bimbo stupendo). Pronti a tutto, salvo che alla resa.

E Dio salvi l’Italia

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8 commenti su “Aventino – un lusso, e un rischio, che non possiamo permetterci”

  1. Ieri sera alla messa prefestiva nella mia parrocchia, al momento della preghiera per le varie intenzioni, ne sono state aggiunte due che sul libretto ufficiale non risultavano: si è pregato per una buona accoglienza dell’immigrazione e per il nuovo governo che sta per nascere! Queste sono le aspettative della neo chiesa e del vaticano.

    1. Tutti gli scritti, con una eccezione, molto utili e interessanti, però sono un po’ meravigliata che NESSUNO abbia criticato conte, DEVOTO DI PADRE PIO (!!!!!!), che vorrebbe far nascere un governo con due partiti, particolarmente il PD, che sono di SINISTRA!!!! Cioè TOTALMENTE contrari ai valori cristiani NON NEGOZIABILI!!
      Quindi babbo e babbo mamma e mamma, figli GENDER, GAY PRIDE ecc.
      Il comportamento di conte per me è semplicemente DIABOLICO!!!!!!!!!
      E PADRE PIO NE SARA’ FELICE……

  2. Carla D'Agostino Ungaretti

    Grazie, caro Direttore, per come riesci sempre a temperare la passionalità delle mie interpretazioni politiche. E’ vero: un qualunque governo mostricciattolo lo farebbero comunque, riuscendo pure a contrabbandarlo come uno splendido frutto della nostra avanzata democrazia. In realtà a me sembra che, mentre il resto dell’Europa si barcamena in una traballante sopravvivenza (vedi la figuraccia che sta facendo il RU con la sua Brexit), l’Italia abbia decisamente imboccato la strada della decadenza morale, civile, culturale, artistica, scientifica, educativa (e chi più ne ha più ne metta). Crediamo di salvarci con le ricette di cucina che invadono la TV e le edicole dei giornali, Anche la Chiesa sembra si sia rincantucciata in un angolino buio per non disturbare il potente di turno che potrebbe divorarla in un boccone. Per questo io ce l’ho con i preti e i vescovi, perché hanno paura anch’essi di distrurbare il loro “padrone” che, invece, vuole accelerare quel “motus in fine velocior” che vuole alterare i paradgmi bimillenari che da forma e sostanza alla Chiesa di Dio, il cui unico vero padrone è Cristo. Anche Napoleone minacciava di cancellare il Papato e invece sappiamo come è finito. Abbiamo tutti bisogno di una scossa elettrica che faccia rinsavire gli spiriti dormienti. Dio ci aiuti.

  3. Gaetano Fratangelo

    E’ di ieri la notizia che il Papa ha donato un rosario a Conte (Capo del Governo incaricato).
    Dalle Crociate a Lepanto ed oltre, i Papi benedicevano chi lottava contro i nemici della Chiesa. Ora viene benedetto chi lavora per il pensiero unico dominante e la priorità è instillare nel popolo la rassegnazione.
    Capofila di questa “crociata” sono i mezzi di comunicazione, asserviti, che manipolano la verità o la nascondono e, nel contempo, demonizzano la volontà popolare.
    Si vogliono svuotare le coscienze e riempirle con il politicamente corretto.
    I burattini senza fili prendono ordini da Macron e dalla Merkel (bracci armati della finanza e di Soros).
    Negli anni settanta, l’ estrema sinistra che non poteva cambiare la società con il voto, aveva uno slogan: il popolo non vota, lotta.
    Adesso, non si vota e non si lotta!

  4. … e riconfermiamo, checché ne pensino quelli della neo-chiesa, l’affidamento dell’Italia e del popolo italiano al Cuore Immacolato di Maria Santissima, a cui è stato affidato il comando supremo in questi tempi terribili.

  5. Grazie, dott. Deotto. La ho sempre stimata e la stimo sempre di più. “Riscossa Cristiana” ha cambiato nome, e ha voluto far credere che non solo è sempre la stessa, ma che è migliorata rispetto alla versione precedente. Non è così: il nome conta, ha un significato intrinseco che le parole esprimono, ma soprattutto conta chi tiene il timone. E le indicazioni che costui dà. Lei ha ragione: il suicidio è un peccato mortale.

    1. Grazie, cara signora Annalisa. L’affetto e la stima dei lettori sono il più bel premio per questo lavoro. E le assicuro che faremo tutto il possibile, io e gli ottimi collaboratori del Nuovo Arengario, per continuare a meritare la fiducia di quanti ci seguono.
      Con amicizia.
      Paolo Deotto

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