Bisogna favorire i medici (?) abortisti. Poverini, sono “stressati”…

E intanto si rimette in discussione il diritto all’obiezione di coscienza per i medici non criminali, che i bimbi li fanno nascere, non li ammazzano

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Forse non tutti sanno che l’infausta legge 194 gode di un singolare privilegio: l’esistenza di un’associazione, sorta all’unico scopo di tutelarne l’applicazione esclusivamente per quanto attiene la scelta abortiva.

Si tratta della Laiga (Libera Associazione Italiana Ginecologi per l’Attuazione della legge 194) che conta quasi tremila iscritti tra ginecologi, anestesisti e personale consultoriale, una consorteria di irriducibili femministe, quasi moderne vestali dell’aborto, capeggiate dalla dottoressa Silvana Agatone.

Già nel 2014 la Laiga si era fatta portavoce della richiesta di alcuni benefit (aumenti nella retribuzione e nei giorni di ferie) che potessero risarcire i medici abortisti, in ragione del “carico psicologico maggiore”, che sono costretti a sobbarcarsi rispetto agli obiettori (http://www.sigo.it/…/rassegna-st…/rassegna-stampa_492526.pdf).

Evidentemente il ruolo di boia non è poi così ambito neppure tra i liberi pensatori, senza contare che si tratta di un tradimento della professione medica ed in particolare del ruolo del ginecologo, che è chiamato a far nascere i bambini, non a sopprimerli.

Vale ricordare a questi medici, che ignorano il Giuramento di Ippocrate e il Codice Deontologico della loro professione, che l’aborto non è una cura, ma una violenza, che non solo distrugge la vita del concepito, ma compromette anche la salute fisica e psicologica della madre, segnata indelebilmente da un atto irreparabile e contrario alla propria vocazione naturale.

Non dimentichiamo che tutti noi oggi siamo vivi perché le nostre genitrici non ci hanno abortito. Che l’aborto sia un omicidio è una verità oggettiva, sperimentalmente verificabile da chiunque abbia conservato un minimo di retta ragione.

Lo ha riconosciuto persino l’irriducibile ateo Christopher Hitchens: “Chiunque abbia visto un’ecografia o abbia speso un’ora su un manuale di embriologia sa che le emozioni non sono il fattore decisivo. Al fine di terminare una gravidanza, devi ridurre al silenzio un cuore che batte, spegnere un cervello che cresce e, al di là del metodo, rompere delle ossa e distruggere degli organi”.

E questo un medico abortista lo sa benissimo.

Questi privilegi che dovrebbero venir riconosciuti ai medici abortisti ricordano troppo da vicino analoghi provvedimenti disposti dal sinistro governo del Terzo Reich per ricompensare gli squadroni della morte nazisti, incaricati delle esecuzioni di massa, attività psicologicamente stressante, che condusse alcuni di loro al suicidio o alla pazzia (si legga l’interessante articolo: http://www.difesaonline.it/news-forze-armate/storia/einsatzgruppen-le-squadre-della-morte-di-himmler ).

 

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Ma le imprese della Laiga non si fermano qui.

In ben due occasioni si è appellata al Consiglio d’Europa per denunciare la “mancata applicazione della legge 194”: la prima volta tramite l’International Planned Parenthood Federation, la seconda tramite la Cgil. In entrambi i casi il Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa ha accolto le loro richieste: il primo reclamo l’8 marzo 2014 e il secondo l’11 aprile 2016.

Mentre è evidente l’interesse dell’internazionale abortista Planned Parenthood nell’incentivare l’aborto, non lo è altrettanto quello della Cgil… Ci chiediamo se esista  ancora quale pio illuso convinto che i sindacati dovrebbero esimersi dal fare politica e limitarsi a difendere i diritti dei lavoratori.

I bambini non contribuiscono alla crescita economica del nostro paese ? Sono i futuri lavoratori che la Cgil dovrebbe tutelare, mentre invece sostiene le politiche malthusiane, tanto care alla lobby finanziaria e massonica.

Ma soprattutto nel mirino della Laiga è il diritto all’obiezione di coscienza, “una piaga che non  si estirpa” (rif. Articolo di Elisabetta Canitano sul Manifesto del 23/11/2018) da contrastare con ogni mezzo, in collaborazione con l’onnipresente organizzazione femminista “Non una di meno” e  con gli attivisti ultrasinistri di “Potere al popolo”.

L’atteggiamento liberticida che contraddistingue tutte queste realtà ideologizzate si è manifestato con particolare evidenza in occasione dell’approvazione della mozione del consigliere della Lega Nord Alberto Zelger, che impegna il sindaco e la giunta di Verona a sostenere iniziative volte alla prevenzione dell’aborto.

A Verona e in altre città italiane, che ne hanno seguito l’esempio, si è scatenata la violenta protesta di queste organizzazioni femministe e di estrema sinistra, che hanno cercato  di impedire il normale svolgimento del dibattito nei rispettivi consigli comunali.

Eppure la legge 194/78, di cui la Laiga  sostiene di tutelare l’applicazione, è stata concepita allo scopo di riconoscere il valore sociale della maternità e tutelare  la vita umana dal suo inizio: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio” (art. 1) e deplora l’utilizzo dell’aborto come anticoncezionale: “Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite” (art. 1).

Se ne deduce quindi che non è solo diritto, ma dovere degli Enti Pubblici mettere in atto tutte le misure volte a tutelare la vita nascente, in ossequio alla legge 194/78.

La tutela della vita nascente implica che alla madre siano fornite tutte le informazioni necessarie a compiere una scelta consapevole, proprio per garantire l’autodeterminazione della donna, tanto cara agli integralisti di sinistra.

In assenza di consapevolezza, non può sussistere alcuna libertà di scelta.

Eppure persino la visione della bellissima immagine di un bambino di 11 settimane di vita è stata censurata a Roma dall’Amministrazione Raggi, rendendo evidente l’avversione per la realtà che contraddistingue tutte le ideologie totalitarie.

Odio per la realtà che significa anche odio per l’uomo e per la Vita.

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«Difendi la Vita, rinascerà la Speranza»
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1 commento su “Bisogna favorire i medici (?) abortisti. Poverini, sono “stressati”…”

  1. Non è il “superlavoro” a stressarli, bensì il pianto silenzioso e inerme di quelle creature

I commenti sono chiusi.

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