Coronavirus. I pasticci dei politici accecati dall’ideologia

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Non farò considerazioni mediche sul virus che sta interessando il Nord del Paese, naturalmente non ho le competenze, ma mi interessa fare alcune considerazioni socio-politiche, avvalendomi di contributi di autorevoli giornalisti.

Una premessa: non so se, qualora fossero state messe in atto le misure di prevenzione che avevano suggerito i governatori della Lega (Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia), si sarebbe evitato in assoluto il diffuso contagio che è in atto sul nostro territorio. Fatto sta che i nostri governanti (giallo-rossi o rossi e basta) non lo hanno fatto, definendole misure razziste, proprio perchè proposte da governatori appartenenti al partito razzista per eccellenza, la Lega.

Ma perchè i politici di sinistra sono rimasti prigionieri delle loro ossessioni ideologiche?

Per rispondere parto da una breve annotazione apparsa sui social del professore Eugenio Capozzi, tra l’altro autore di un pregevole pamphlet, “Politicamente corretto”, che dovrebbero leggere tutti per capire il momento politico che stiamo vivendo.

«La diffusione ormai accertata in Italia dell’epidemia da Coronavirus ci conferma 3 cose:
1) sovranità, interesse, sicurezza nazionale in Italia ormai significano molto poco. Il paese è colonizzato da cordate economiche e politiche estranee alla sua società civile, fino all’aperto autolesionismo;
2) l‘ideologia – in questo caso il politically correct multiculturalista – domina classe politica, istituzioni e media italiani (ed europei) fino al punto da alterare i meccanismi più profondi della convivenza civile, come la gestione della salute pubblica;
3) la Cina è oggi IL problema dell’Occidente, e soprattutto dell’Europa, esposta come non mai a disegni imperiali di potenza euro-asiatici. Reti 5G, infrastrutture dei trasporti, globalizzazione/dumping, censura del dissenso, virus pandemici sono tutti elementi di un unico processo»
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E’ interessante soffermarsi sul 2° aspetto che Capozzi evidenzia: in pratica questi signori del Governo (e non solo loro, anche tanta parte dei Media) hanno sposato l’ideologia multiculturalista, quella che intende relativizzare tutte le civiltà e mettere insieme tutti i popoli in una convivenza forzata, magari in metropoli, in centri periferici come le banlieu francesi. Partendo da questa prospettiva, i politici del Pd probabilmente per la paura di essere politicamente scorretti, di prendere misure interpretabili dai media come “razziste” (una lettura infondata perché, la sorveglianza andrebbe attuata verso tutti coloro che provengono dalla Cina, indipendentemente dall’etnia) non hanno preso l’unica misura valida: la “quarantena”.

In sintonia con questa tesi è Fausto Biloslavo, che scrive «un miscuglio di stupido buonismo, calcoli politici e infondati timori razzisti hanno provocato errori, ritardi o assurdità nella lotta al coronavirus».(F.Biloslavo, “Ora basta con il buonismo. Porta solo inerzia e ritardi”, 23.2.20, Il Giornale)

Un grave errore del governo italiano è stato di bloccare i voli da e per la Cina, ma chiudendo un occhio, per incompetenza, o per non provocare allarme, con gli scali intermedi. Dal 25 gennaio il virologo Roberto Burioni aveva lanciato l’allarme chiedendo un isolamento preventivo per tutti, italiani, cinesi o di altre nazionalità in arrivo dalle zone infette. «Le ultime notizie mi portano – diceva Burioni – a ripetere per l’ennesima volta l’unica cosa importante. Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena. Senza eccezioni». Il ministro della Salute si è mosso con un’ordinanza in grave ritardo.

Intanto i governatore della Toscana, Enrico Rossi, che non voleva sottoporre a controlli stringenti centinaia di cinesi rientrati in regione dopo aver passato il Capodanno in patria, sosteneva: «Da noi il vero problema è la normale influenza, non il coronavirus». Ai critici come Burioni rispondeva: «Chi ci attacca o non è bene informato o è un fascioleghista».

Biloslavo riporta nel suo articolo qualche episodio di buonismo stupido, come quello del 3 febbraio dove un garante dei detenuti, un certo Palma, in una lettera chiedeva informazioni al responsabile della Protezione civile Borrelli, per sapere se i nostri connazionali potevano usufruire di tutte le possibilità di colloquiare con i parenti mentre erano in quarantena alla Cecchignola. Come se fossero a Guantanamo. Così quelli della Protezione civile hanno dovuto perdere anche questo tempo.

Altro episodio raccontato da Biloslavo è la scenetta a Linea Notte su Rai 3, di venerdì scorso. Un ospite, un certo Faloppa, esperto di comunicazione politicamente corretta, che insegna in diverse università,  presentando il suo libro, ha criticato i giornali che avevano titoli emergenziali. «Secondo Faloppa scrivere che il «virus sbarca in Italia» è un chiaro riferimento ai migranti e alla necessità dei porti chiusi. Alla fine è riuscito a superare se stesso: «Il virus che ha prodotto più vittime nelle ultime 48 ore è un virus che si chiama odio e lo abbiamo visto in azione in una città tedesca». Il riferimento è alla strage etnica di un estremista di destra. Pur dicendo di non sottovalutare il pericolo dell’epidemia ha sentenziato: «È una questione di proporzioni. (…) Il virus dell’odio sta contagiando l’Europa, non soltanto l’Italia. Credo che a riguardo bisognerebbe fare un’informazione più attenta per mettere in guardia dai rischi reali».

Sulla stessa linea di Biloslavo, è il fondo di Micalessin, che paragona gli errori del governo italiano (la triade Conte, Zingaretti, Speranza) a quelli del governo comunista cinese.

«Qualitativamente i danni provocati dalla triade giallorossa sono gli stessi. Xi «Dada» e i vertici del Partito comunista cinese hanno per molte settimane ridimensionato la reale diffusione del Coronavirus mettendo a tacere il medico Li Wenliang – colpevole di aver denunciato la pericolosità del morbo – e manipolando i dati su contagio e ammalati. Per rimediare a quella nefasta sequela di errori, censure e omissioni hanno trasformato la provincia di Wuhan, e i suoi 58 milioni di abitanti, in una prigione a cielo aperto. Da noi le cose non vanno molto diversamente. In seguito alle drastiche misure assunte sabato sera dal consiglio dei Ministri i comuni della Lombardia e del Veneto assediati dal Coronavirus diventeranno delle piccole Wuhan presidiate dall’esercito e controllate dalla polizia». (Gian Micalessin, “Il buonismo giallorosso ripete gli errori cinesi”, 24.2.20, Il Giornale).

Secondo Micalessin le misure estreme per evitare la diffusione dell’epidemia si sarebbero potute facilmente evitare se il governo giallorosso non avesse inanellato al pari dei cinesi una serie di devastanti errori figli del credo dei benpensanti di Pd e Leu e della grancassa del «Repubblica-pensiero». Errori che ci stanno regalando il triste primato di primo paese in Europa – e quinto al mondo – per casi di Coronavirus. E qui anche Micalessin fa riferimento all’allarme completamente ignorato lanciato dall’epidemologo Burioni. Per quanto riguarda i voli dalla Cina, scrive: «Paghiamo il fatto – spiega oggi il professor Walter Ricciardi membro del consiglio esecutivo dell’Oms – di non aver messo in quarantena da subito gli sbarcati dalla Cina. Abbiamo chiuso i voli, una decisione che non ha base scientifica, e questo non ci ha permesso di tracciare gli arrivi, perché a quel punto si è potuto fare scalo e arrivare da altre località». Un errore confermato dai dati di Germania, Regno Unito e Francia, dove grazie al mantenimento dei voli e all’imposizione della quarantena si registra oggi un numero di casi assolutamente insignificante rispetto a quelli del nostro paese. Ma per il governo giallorosso la scelta sbagliata è l’inevitabile conseguenza delle sue convinzioni ideologiche. Se, come impongono lo «Zingaretti pensiero» e il «verbo» di Repubblica, la quarantena è una bestemmia sinonimo d’intolleranza e segregazione razziale […]».

Pertanto scrive Micalessin: «Nel nome del buonismo «politicamente corretto» il governo Conte sceglie, insomma, di marciare – al pari della Cina – non nei solchi della ragione, ma in quelli dell’ideologia. Ma non c’è da stupirsi. Il comunismo di Pechino e il buonismo «politicamente corretto» del governo giallorosso sono due facce della stessa ideologia. Un’ideologia che spinge i suoi fautori a stravolgere la realtà dei fatti e il buon senso per dar vita ad un universo illusorio dove la prevenzione invocata dai governatori del Nord e da scienziati come Roberto Burioni viene equiparata al razzismo, mentre l’imprevidenza diventa sinonimo di libertà e tolleranza. Un universo assolutamente folle e inesistente nel cui nome si sceglie, come in Cina, di mettere a rischio la vita dei propri cittadini».

Oggi quando qualcuno ricorda le misure preventive che dovevano essere messe in atto viene tacciato come uno “sciacallo”: così è stato dipinto, da un ministro del governo Conte, il segretario della Lega Matteo Salvini.

Ma i veri sciacalli sono i nostri governanti, come ha affermato il direttore de Il Tempo Franco Bechis: “i veri sciacalli di questa drammatica vicenda sono Giuseppe Conte e i suoi ministri, e non chi solo oggi li critica pesantemente per avere sottovalutato i rischi non ascoltando i pressanti appelli dei veri esperti, i massimi virologi italiani che da fin e gennaio chiedevano quarantena e isolamento per chiunque fosse stato in Cina nelle settimane precedenti”.

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1 commento su “Coronavirus. I pasticci dei politici accecati dall’ideologia”

  1. Articolo ottimo anche se difficile.
    L’unico consiglio che sono in grado di dare è di farci sempre il SEGNO DELLA SANTA CROCE riguardo a questo enorme problema, ma particolarmente QUANDO VEDIAMO L’IMMAGINE O SENTIAMO IL NOME DI UN CERTO “”””conte””””……

I commenti sono chiusi.

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