E’ partito l’ordine: attaccate Viganò

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La situazione della Chiesa italiana assomiglia sempre di più a quella della Chiesa cinese: in Cina esiste una “Chiesa Patriottica” fedele a Pechino e non a Roma, e una “Chiesa sotterranea” perseguitata che si ostina a essere fedele a Roma. Oggi in Italia esistono due Chiese e purtroppo quella “Patriottica” è quella di Roma, piegata alla dittatura sanitaria. Esiste poi un mondo cattolico che resiste alla follia dilagante. E’ il mondo dei cattolici fedeli al Depositum Fidei, che non ama il Papa regnante, tendenzialmente mariana e che si sente rappresentata da monsignor Viganò. E che magari manifesta contro il regime col Rosario in mano.

Le prime avvisaglie dell’attacco del regime scientista al Cristianesimo si era avuto già con le parole del filosofo di regime Umberto Galimberti, che proponeva un bel TSO per i pellegrini che vanno a Medjugorje, lanciandosi poi in un attacco serrato contro il Cristianesimo tout court perché “troppo individualista” (ci chiediamo cosa abbia capito del Cristianesimo).

Ma, come detto, la figura di riferimento dei cattolici tradizionalisti è monsignor Viganò. E ancora qui Galimberti, precursore, diede del fascista all’ex nunzio negli USA. Vuoi negargli forse il titolo di fascista, oramai affibbiato alla pene di segugio a chiunque faccia stecca nel coro?

Ma in queste ultime ore pare partito l’ordine di attaccare la Chiesa delle catacombe. Perché il 9 novembre 2021 ha visto almeno tre attacchi mainstream a quella parte di mondo cattolico che resiste. L’ineffabile Corrierone nazionale subito dà la notizia di trenta contagiati tra alcuni pellegrini sassaresi a Medjugorje, sottolineando come questi siano no vax. Medjugorje, non particolarmente amata dal Pontefice regnante che si lasciò scappare una battuta ai limiti del blasfemo sulla Vergine, è, assieme a Viganò, uno dei simboli del cattolico tradizionalista non piegato al Cattolicesimo spurio di scientismo di questi due anni. Il bello però deve ancora venire, ecco quindi il fuoco incrociato su vari canali: distruggete Viganò.

A Cartabianca, su RaiTre, la Berlinguer manda in onda l’inchiesta di Tpi sui cattolici tradizionalisti. Quelle inchieste che di solito si facevano sui sottogruppi neofascisti. E ovviamente il focus è su monsignor Viganò, presentato come una persona pericolosa. Inutilmente (e giustamente) Vittorio Sgarbi fa notare che Viganò non è stato scomunicato dal Papa. Basta la scomunica della nuova religione sanitaria, oggi vera religione di Stato nel Paese che fu la culla del Cattolicesimo.

In contemporanea ecco che parte il fuoco incrociato anche su Dimartedì. E sulle parole di monsignor Viganò sull’inganno perpetrato per due anni ecco che arriva Bruno Vespa a dire: che Dio lo perdoni. Come se un alto prelato avesse bisogno dell’assoluzione da parte di un giornalista di regime, anzi, del giornalista di regime per antonomasia. Il giornalista che si vantava di aver dato voce all’allora cardinale Wojtyła oppositore del regime comunista polacco e che oggi invece negherebbe la parola a monsignor Viganò.

Due indizi possono essere una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova, diceva Sherlock Holmes. E qui abbiamo tre attacchi nel giro di poche ore, che si vanno a sommare a quelli dei mesi precedenti. Parte la Grande Persecuzione, e si dovrà tornare nelle catacombe come ai tempi di Nerone e Diocleziano. Per fortuna sia giornali che televisioni, in crisi di credibilità, stanno conoscendo un drammatico tracollo.

Cosa disturba di questi cattolici tradizionalisti, dei medjugoriani e di monsignor Viganò? Il non piegare la testa dinanzi allo Stato quando le pretese dello Stato sconfinano in ambiti che non gli competono, tra i quali il pensiero religioso. I cristiani dei primi secoli erano perseguitati perché rifiutavano il cosiddetto culto imperiale. Era un semplice gesto, bruciare un grano d’incenso al genio dell’imperatore romano: fatto quel gesto, potevano tornare nelle loro chiese a pregare Gesù senza problemi. Ma questo gesto significava riconoscere la divinità dell’imperatore e Gesù era stato chiaro nel separare le due sfere: a Cesare quel che è di Cesare, ma a Dio quel che è di Dio. Negli ultimi anni abbiamo sempre guardato alla prima parte dicendo che la Chiesa non doveva immischiarsi in politica, dimenticando la seconda. Oggi il regime sanitario si sta ponendo come una vera religione, con le sue liturgie, i suoi sacerdoti e profeti. Una religione che nega l’anima per concentrarsi solo sul corpo biologico. Viganò ha lucidamente denunciato la distruzione della Fede nel suo messaggio ai portuali di Trieste. Non poteva essere tollerato oltre.

 

ANDREA SARTORI

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fonte: VisioneTv

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6 commenti su “E’ partito l’ordine: attaccate Viganò”

  1. Specialmente Vespa fa venir la nausea, col suo classico atteggiamento da democristiano leccac… del potente di turno. Ancora lo ricordo, ai tempi di Berlusconi, sbavare al suo cospetto e assecondarne l’operato. Vergogna! Che Dio perdoni lui.

  2. don Andrea Mancinella

    Sono solo dei vigliacchi, ben nascosti e protetti dalle loro logge massoniche o dai loro sgherri. Sembra di essere tornati nell’Unione Sovietica di Stalin &C, tutti allineati a dire solo ciò che il Partito al potere vuole che si dica. Ripeto, Galimberti, Vespa e i loro simili sono solo vili servi del potere di turno.
    Gesù, Maria SS.ma, San Giuseppe, salvateci da questi traditori!
    don Andrea Mancinella, eremita della Diocesi di Albano

  3. Finalmente hanno raggiunto l’accordo che fa comodo anche oltre Tevere: distruggere Viganò. Che se ne stia ben nascosto il nostro carissimo Monsignore, costoro sono capaci di tutto, specialmente quando sorge qualcuno che scopre loro gli altarini e dice pane al pane e vino al vino. L’attacco è feroce, d’altronde perché è luciferino, ma la Regina dei Martiri e dei Confessori della Fede è pronta a proteggerci tutti. E con Lei San Michele Arcangelo, il principe delle milizie celesti.

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