Elezioni europee: a chi affidare il nostro Paese?

Il parere di Clemente Alessandrino

Premessa

A maggio andremo a votare per le elezioni europee e sappiamo quanto questo voto avrà un peso politico anche nazionale. Il Nuovo Arengario vuole quindi aprire un dibattito con i lettori – e con gli autori che vorranno inviarci il loro parere – per fornire a tutti delle analisi che possano aiutare nelle scelte che dovremo fare.

Incominciamo oggi, sabato 23 febbraio, con un articolo scritto da Clemente Alessandrino. È il nom de plume di un importantissimo uomo politico (cattolico)  italiano, anche con  incarichi governativi, cui ho chiesto di scrivere un suggerimento per i lettori. E lui, prima di scrivere questo articolo, mi ha detto che è tentato di fare (essendo stato richiesto) il  consigliere speciale riservato ad un noto politico  agnostico, con tutti i vizi possibili ed immaginabili, che però ha alcuni  pregi: ama l’Italia, sa prendere buone decisioni, è onesto ed indipendente. E  non ama Bergoglio, che anzi considera  pericoloso per il Paese…

A tutti buona lettura… e aspettiamo i vostri commenti e i vostri contributi

Paolo Deotto – direttore de Il Nuovo Arengario

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Elezioni europee: a chi affidare il nostro Paese?

di Clemente Alessandrino

 

Poiché voglio essere paradossalmente scettico, alla domanda: a chi affiderei il nostro Paese alla prossime elezioni,  risponderei: certo non a partiti politici , piuttosto lo affiderei a qualche santo (o persino più in alto)… I partiti poi che i cattolici potrebbero esser invitati a votare, verosimilmente  non ci sono. Neppure quelli  definibile  “meno peggio”, perché il meno peggio eletto diventa peggio del peggio. Poiché  però si deve andare a votare alle europee  nel maggio 2019 propongo una  riflessione, inutile ai fini pratici. La posta in gioco, dice Deotto, è alta, anzi grossa. Si, ma questa posta in gioco è grossa da  molto tempo e il tempo utile ormai lo abbiamo perso. Per chi sa cogliere lo spirito dei tempi, il gioco è stato perso definitivamente  nel 2011 (con il governo imposto dal presidente: cooptato), a seguito della crisi finanziaria scoppiata nel 2008. Ma poiché in Italia tutti sono esperti di calcio, di politica e di Bergoglio, vedrò di proporre una riflessione diversa.

La posta in gioco vera  (dicevo) è già stata vinta, e la posta in gioco che rimane disponibile  è solo quella di scegliere i  “rappresentanti”  di chi ha vinto. Certo, in alcune situazioni molto precarie può esserci una illusione di cambiamento (vittoria di  partiti cosiddetti populisti)  ma spesso sulle cose importanti si tratta di illusioni temporanee, dopo infatti: o il politico cambia politica o cambia il politico …”l governo del mondo, in questo specifico momento di recovering, non si può permettere dissidenti che mettano a repentaglio ciò che i veri governanti hanno deciso essere il bene comune universale.”.   In conclusione la democrazia, come la intendiamo, non è più attuabile, quasi neppure nella forma. Ci si ricordi il governo del presidente nel 2011 o ciò che dissero  Napolitano e Monti  riferendosi alla Brexit (-  vi son decisioni che non possono esser lasciate al voto popolare -). Il potere non è più qui, è altrove, ma noi votiamo qui, non altrove. È negli organismi internazionali, ed il nuovo potere ha dimostrato di aver una strategia nuova e molto innovativa: è ripartito equamente intorno al mondo, non è più “polare” , è ovunque, attraverso gli organismi sovranazionali  …

Comunque tra poco le elezioni europee ci saranno e qualcosa dovremo pur fare, certi di non fare il meglio ma consapevoli che dobbiamo cercare di fare il meno peggio. Ma che significa fare il meno peggio per le elezioni europee? La Germania  è convinta di esser l’azionista di controllo dell’Europa, la Francia è convinta  di essere l’azionista di riferimento dell’Europa, Spagna e Italia  potevano negli ultimi vent’anni allearsi e contare come una nazione unica, ma l’orgoglio dei reciproci governanti  non lo ha reso possibile. Dall’Italia taluni guardano a Trump, a Putin  pensando veramente che siano ansiosi di aiutarci a risolvere i nostri problemi. Altri guardano ai paesi dell’est (Polonia, Ungheria, Bulgaria, Romania…) come fossero un solo paese, quando invece sono i più sovranisti “patriottici “ , al mondo forse.  Deotto chiede che si aiuti il mondo cattolico  a riflettere su chi votare. Ma io mi sono chiesto a quale mondo cattolico (interessato alla politica ed al voto)  Deotto si riferisca . Io ne conosco più di uno, riferendomi al voto politico. Conosco i cattolici  ormai scoraggiati che non perdono più tempo ad andare a votare. Conosco i catto-clericali che voteranno quello che la CEI suggerirà loro. Conosco i catto-opportunisti (normalmente disoccupati) che si prestano  a entrare in partiti che di cattolico non hanno neppure una sembianza , sperando di avere una collocazione (in quanto rappresentante del mondo cattolico) . Conosco i catto-machiavellici  i cui danni  fatti in passato mi vietano persino  di descriverli. Conosco i cattolici adulti che non maturano mai e diventano sempre più adulti e  sempre meno cattolici. Conosco i cattocomunisti, di cui si vergognano persino i figli. Conosco persino i catto-gnostici, che pur essendo una contraddizione, sono in forte ascesa, tanto che la CEI sta pensando persino di farne un partito.

Consigli quindi per il voto? Andare a Medjugorje a chiedere consiglio alla santa Vergine. (Vergine prima, durante e dopo il parto). Con buona pace di chi dice che non è così.

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