La storiografia politicamente corretta, cioè praticamente tutta, getta in un unico calderone qualsiasi governo o movimento che, a suo insindacabile giudizio, ritenga essere di destra, all’evidente scopo di una demonizzazione in blocco che consolidi il potere sinistro e faccia dimenticare le infamie della sinistra, e, dato che controlla quasi tutti i mass media, riesce a trarre in inganno anche chi è in buona fede. Ad esempio, nei resoconti politicamente corretti, si legge che la Germania di Hitler era “fascista”, e che il cardinale Mindszenty, prima di cadere in mano ai comunisti, fu imprigionato dai “fascisti”. In realtà ad imprigionare Mindszenty non furono certo i fascisti ma i nazisti. Nell’Italia fascista il cardinale magiaro sarebbe stato rispettato e onorato.

Il fascismo era un regime autoritario che aveva finito per imporsi a causa dello sfacelo del regime sabaudo massonico instaurato in Italia dalla malfatta unità imposta dalla massoneria internazionale, soprattutto anglosassone, da cui derivarono persecuzioni contro la Chiesa, una disperata emigrazione dalle regioni (si fa per dire) “redente”, corruzione, impoverimento generale e inasprimento delle tensioni sociali (con comunisti e anarchici che dal 1919 al 1922 non fecero che assassinare e distruggere, aprendo la strada all’inevitabile reazione).

Fascismo e nazismo furono lungamente ostili, come prova il fatto che l’Italia difese l’Austria dalle mire hitleriane finché fu possibile, al punto di mobilitare quattro divisioni di alpini al Brennero nel 1934: e fu costretta ad abbandonare l’Austria solo dopo aver constatato che nessuna della grandi potenze (dopo aver distrutto l’Austria-Ungheria, che odiavano perché era cattolica e l’ultimo residuo del Sacro Romano Impero) era disposta a muovere un dito per salvare l’indipendenza austriaca.

Anzi, il governo francese di coalizione tra comunisti, socialisti e radicali, in carica dal 1936 al 1939, si scatenò in un anti-italianismo di estrema violenza, che contribuì non poco a spingere l’Italia ad avvicinarsi alla Germania (e allora nessuno immaginava a quale punto si sarebbe spinta la barbarie nazista). Quando, stanco delle continue violenze e degli assassinii dei comunisti, che si protraevano dal 1931, il Generale Franco venne in aiuto della Spagna, la Trimurti massonica (Francia, Inghilterra, America) si schierò a fianco delle belve rosse, costringendo Italia e Germania a cooperare militarmente sul fronte opposto.

Nonostante ciò, il nazismo fu sempre ben diverso dal fascismo, perché non si limitava a voler tutelare gli interessi nazionali, che le grandi potenze spesso e volentieri calpestavano, ma si fondava su un vero e proprio delirio esoterico e magico (che farneticava, fra l’altro, di una Terra cava, al cui interno si sarebbe annidato il regno di Agartha, popolato da superuomini), perciò era a tutti gli effetti una forma di satanismo, molto più simile al comunismo (con la razza “eletta” al posto della classe “eletta”) di quanto non si voglia far credere.

Non si deve neppure dimenticare che, anni prima dello scoppio della guerra, la Wehrmacht aveva approntato un piano, denominato Piano Alarico, di invasione dell’Italia, mentre l’esercito italiano continuò a fortificare il Brennero anche dopo l’entrata in vigore dell’alleanza con lo scomodo vicino, che del resto non sarebbe stato tanto vicino se l’Austria e l’Italia non fossero state abbandonate dalla Trimurti massonica.

Facile adesso, dall’alto scranno dei vincitori, proclamare che “la democrazia ha vinto il fascismo”, mentre i banchieri usurai ebraico-anglosassoni, proprio loro, finanziarono generosamente il riarmo della Germania (oltre a sostenere in ogni modo il regime sovietico), e furono sempre ostili all’Italia, forse perché colpevole di essere cattolica. Anche questo diverso atteggiamento dei poteri forti è una fondamentale discriminante tra i due sistemi politici.

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2 commenti su “Fascismo e nazismo”

  1. grande puntualizazzione, finalmente; e il sinistrume vada all’inferno, una buona volta, che dà là viene (certo in compagnia , se, ancora ci fosse, col suo gemello nazional-SOCIALISTA…)…

  2. Credo che la storiografia “politicamente corretta” , cioe” ideologicamente di sinistra, sia riuscita dopo il ’45 a imporre a tutti gli italiani , anche nel mondo cattolico , una visione demagogica del fascismo e poi dei fatti della Seconda Guerra Mondiale per cui qualsiasi ricerca o libero tentativo di capire cosa veramente e’ successo storicamente allora, viene subito bloccato sul nascere e tarpato dalle accuse di apologia..revisionismo …ecc..
    E’ammesso solo il corto circuito mentale per cui, non appena si leggono certi nomi o certi fatti del ventennio in questione , subito deve scattare di riflesso la condanna politica, solo che questo alla fine atteggiamento impedisce una seria ricerca storiografica e la maturazione di una vera coscienza politica degli italiani , capace di un autentico giudizio storico anche oggi.
    Premesso che la Costituzione vieta solo la ricostituzione del PNF, ma non lo studio libero e obiettivo di cio’che il fascismo ha fatto,…

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