“I finti ribelli”. Chi c’è dietro agli attivisti climatici?

.

di Adalberto Gianuario

.

I toni sono messianici: “stiamo andando verso l’estinzione!”, “tra qualche anno non esisterete più!“, la retorica apocalittica sdoganata da Greta Thunberg fin dentro il palazzo delle Nazioni Unite. Le modalità di azione di alto impatto mediatico e rivolte più contro i cittadini che verso il potere che dicono di combattere: blocchi stradali, ma anche azioni contro le opere d’arte, come quando si sono incollati alla Primavera di Botticelli agli Uffizi. Un copione che si ripete identico in tutto il mondo, ma anche una regia unica per un network di associazioni che, secondo la recente inchiesta di Maddalena Loy, fanno tutte capo alla Climate Emergency Fund, una holding globale con sede a Beverly Hills e finanziata da multimiliardari, insomma da gente che per andare a comprare il giornale la mattina accende i motori dei propri jet privati.

Il network è ormai diffuso in tutta Europa: in Italia ci sono gli ormai noti ‘Ultima generazione’, in Gran Bretagna c’è il gruppo ‘Extinction Rebellion’, con filiali in circa 60 capitali e che hanno manifestato insieme al Cua, il collettivo bolognese che pochi giorni fa aveva esibito un manichino di Giorgia Meloni a testa in giù. In Francia c’è ‘Derniere renovation’: avevano bloccato una tappa del Tour de France, una partita del Roland Garros e lanciato un sondaggio per decidere se imbrattare ‘La gioconda’ di Leonardo o ‘La colazione sull’Erba’ di Monet. In Germania ‘Letzte Generation’: uno di loro si era incollato con i capelli al celebre quadro di Verner, ‘La ragazza con l’orecchino di perla’.

Al vertice di questa rete ormai diffusa in tutto il mondo e che negli ultimi mesi ha intensificato le proprie azioni di protesta c’è il ‘Climate emergency fund’, fondato nel 2019 da Trevor Nielson, uomo d’affari che ha fatto del business cosiddetto filantropico il proprio mestiere: è stato portavoce di Bill Gates, che gli aveva anche affidato importanti progetti come l”International Aids Vaccine Iniziative’, e ha collaborato Goorge Soros, Ted Turner, Barack Obama. “Noi finanziamo il reclutamento, la formazione, le spese legali e le azioni. Il movimento deve agire come se la verità fosse reale, impiegando comunicazioni di emergenza”, ha dichiarato Margaret Klein Salamon, direttore esecutivo del Cef. Altro dettaglio non irrilevante è che il suo fondatore, Trevor Nielson, ha grandi investimenti nel campo dei cosiddetti “combustibili puliti”. Abbiamo chiesto un commento a Maddalena Loy, autrice dell’inchiesta pubblicata su La verità:

“C’è una rete ufficiale che si chiama A22 ed è finanziata da questo ‘Climate emergency fund’ e sotto questa rete ci sono i loghi di tutte queste associazioni tra cui in Italia Ultima generazione. Tutto è alla luce del sole, tutto è pubblico. Tranne l’entità dei finanziamenti e soprattutto la suddivisione. L’impressione è che questi attivisti siano l’ultimo anello della catena. Non voglio neanche mancare di rispetto ma forse non sono neanche consapevoli di tutto quello che c’è sopra di loro. Quello che non è chiaro sono gli importi totali, che nessuna di queste associazioni pubblica”.

.

fonte: ByoBlu

Condividi questo articolo:

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Print

Lascia un commento:

1 commento su ““I finti ribelli”. Chi c’è dietro agli attivisti climatici?”

  1. Grazie per questo articolo, un’ulteriore squarcio sull’infernale e mifitico baratro su cui è adagiata la nostra società. Mi viene alla mente quel salmo, il 49, dove ad un certo punto si dice “Come pecore sono avviati agli inferi, sarà loro pastore la morte; scenderanno a precipizio nel sepolcro, svanirà ogni loro parvenza: gli inferi”…

I commenti sono chiusi.

Iscriviti alla nostra newsletter

Ogni settimana riceverai i nostri aggiornamenti e nulla di più.

Torna in alto