Il confortante rifugio del conformismo

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Il regime detta le linee guida, il Bravo Giornalista, obbediente, le segue, facendo qua e là anche quelle piccole polemiche che comunque non mettono in discussione il Pensiero Unico, però fanno tanto “democrazia”…

 

Lo spunto per questa breve riflessione mi è venuto leggendo un articolo sull’edizione on-line di oggi de Il Tempo (https://www.iltempo.it/personaggi/2022/05/14/news/putin-italia-guerra-filorussi-chi-sono-consenso-31582855/ ).

È tutto racchiuso nel titolo: “Parlare di Putin non vuol dire essere filorussi”.

 

Andiamo indietro negli anni.

Un articolo sul fascismo? Bisogna ben chiarire in apertura che si è “antifascisti”. Un filmato su YouTube sul medesimo argomento? Naturalmente bisogna specificare che “… il filmato non è inserito per propaganda, ma solo per far conoscere fatti che non devono ripetersi più”.

Un articolo sugli invertiti , i pederasti e laida compagnia. Premessa irrinunciabile: “Non siamo omofobi”.

E in questi ultimi due anni siamo stati tutti vittime del maledetto imbroglio della “pandemia”. Se si pubblicava un articolo che non fosse la semplice velina del Minculpop, era obbligatorio chiarire che “…non neghiamo la gravità, eccetera”.

Se poi si pubblica un articolo sui vaccini, che non sia di pura apologia del magico intruglio, bisogna ovviamente premettere che “… i vaccini comunque fanno questo e quello di stupendo” e che soprattutto “… non siamo NoVax”.

Ma adesso tutto il popolo (più o meno bue) è chiamato alla strenua lotta contro Putin, e in questa lotta ,in cui la beneamata categoria dei giornalisti si è gettata con ardito signorsì, si leggono le cose più ridicole. Da Putin malato di cancro, che dovrebbe morire a giorni, a Putin completamente pazzo, a Putin che deve ormai fronteggiare la rivolta dei suoi soldati e dei suoi cittadini. E via fantasticando. Soprattutto deve essere ben chiaro che si è tenacemente, indiscutibilmente, totalmente, contro la Russia e il suo Presidente, che rappresentano il Male Assoluto, contro la mite Ucraina, dove la popolazione non desidera altro che di vivere gioiosamente, intessendo danze campestri e intonando canti religiosi, sotto la guida illuminata del suo (ex?) comico Presidente Zelensky.

E così arriviamo a titoli squallidi come quello del Tempo, che riportavamo in apertura.

Un giornalista, su radio e televisione, o sulla carta, dovrebbe avere come unica preoccupazione quella di informare. E per informare davvero, soprattutto in una situazione aggrovigliata come è quella della guerra in Ucraina, dovrebbe sentire come suo ovvio dovere il fatto di pubblicare opinioni e interventi di tutte le parti in conflitto. Per aiutare il lettore a capire, non per catechizzare.

Il penoso Adolfo Draghi ha già mostrato come intende la libertà di informazione, criticando la trasmissione tv in cui è stato intervistato il ministro degli esteri russo, Lavrov.

Se l’Italia fosse un Paese con un pizzico di dignità, se i giornalisti avessero un pizzico di amor proprio e spina dorsale, Draghi avrebbe dovuto essere sommerso dalle pernacchie. Gli italiani hanno, o meglio avrebbero, tutto il diritto di essere informati. In modo completo e imparziale.

Invece sono attualmente sommersi da un’informazione che è caduta nel ridicolo per quanta partigianeria mostra, oltretutto stupida, diffondendo “notizie” spesso così incredibili da risultare comiche, se in tutta questa vicenda ci fosse qualcosa da ridere.

Del resto, il giornalista che voglia fare davvero il suo mestiere, sa che rischia di essere a sua volta emarginato. E, fatte le dovute e lodevoli eccezioni, il Cuor di Leone non è proprio una caratteristica della categoria.

E quindi chiariamo bene: “Ok, parlo di Putin, ma non sono filorusso. Leggete e vedrete che dirò su Putin e sulla Russia tutto il male possibile”.

Ordine, disciplina. Veline in redazione e tutti insieme appassionatamente.

Chi sono io nel campo dell’informazione? Un signor Nessuno, con un numero di lettori che si possono contare sulle dita della mano. La mano di Capitan Uncino, sia ben chiaro.

Sono un signor Nessuno.

E comunque:

  • Mi dichiaro assolutamente filorusso
  • Questi vaccini mi schifano e non mi sono fatto vaccinare
  • L’omosessualità, più che schifo, mi fa ribrezzo
  • Considero il ventennio fascista un periodo storico da conoscere bene, in cui molto bene è stato fatto all’Italia e considero Mussolini un grande statista.

Avete presente quando si cambia bene l’aria in una stanza? Ecco, ci siamo capiti.

Buona serata a tutti. Anche ai leoni de “Il Tempo”…

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4 commenti su “Il confortante rifugio del conformismo”

  1. Grande piacere, Grande soddisfazione seguire un Giornalista con i controfiocchi che la pensa come noi. E lo scrive!!!

  2. Nonceladateabere

    In Italia l’informazione è diventata quanto meno ridicola, anzi penosa, di una bassezza che ha uguali solo nei regimi con più acceso totalitarismo. È un asservimento indignitoso e vomitevole, una palese esecuzione di ordini con uno schema identico sia che si tratti di covid/vaccini, sia di guerra Russia/ucraina. L’imperativo è sempre lo stesso: convincere la gente sulla giustezza di una unica posizione. Tecnica evidente di gran successo, visti i milioni di pesci che hanno abboccato. Una pesca miracolosa se non fosse a connotazione luciferina.
    Caro Direttore, la sua sincerità e la sue ragionevoli e legittime considerazioni fanno quasi tenerezza e commuovono perché di aria pulita è ormai gran tempo che non se ne respira più neanche un po’.

  3. A parte l’ammirazione per Mussolini, per tutto il resto “super ok”.
    Di Mussolini so poco, per non dire niente, e quel poco è ciò che passa la “storiografìa scolastica dei vincitori”, alla quale ovviamente non credo.

  4. sottoscrivo l’articolo nel suo complesso ma soprattutto condivido in pieno i quattro punti finali.

I commenti sono chiusi.

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