CARO GESU’ BAMBINO, SEI ANCORA IL RE DIVINO?
I puri di cuori sono in affanno,
scandalizzati a loro danno,
circondati da serpenti velenosi
che, mortali, sono assai numerosi.
Per costoro, caro Gesù Bambino,
non sei il Re divino,
ma soltanto un pargol piangente
in una notte dal freddo pungente.
Questi servi, dal demonio ingaggiati,
si trovano, sparpagliati,
anche nei piani alti della tua Istituzione,
zeppi di ipocriti e di maledizione.
Nel presepe, inventato da Francesco
(non l’ Argentino, staresti fresco),
ora i posti son tutti occupati
dai migranti e dagli svitati.
E non stupirti se nella mangiatoia
ti soppiantasse un vassallo del boia:
diciamo un Budda o un Maometto,
che presso Kasper godono alto concetto.
Restiamo noi, fedeli integristi,
dai bergogliani tutti mal visti,
a darti un casto bacino
e ad adorarti come il Messia piccino.
Noi, come gli umili pastori,
ti visitiam coi nostri tremori,
sperando che presto la tua Capanna
ridiventi luogo di Gloria e di Osanna.