“Il Signore ci conforta”. Una salutare raccolta di preghiere, curata da Don Marcello Stanzione. Recensione

Il Signore ci conforta”, edita dall’editrice Segno di Udine, è una raccolta di preghiere, a cura di Don Marcello Stanzione, il sacerdote, scrittore infaticabile e carissimo amico, che i nostri lettori ben conoscono e apprezzano.

Oggi, buona parte della popolazione è disturbata emotivamente e, come afferma Tom Marshall, “Il dolore provocato da tali disturbi emotivi è spesso più intenso e paralizzante di una ferita fisica, ma è molto meno facilmente riconoscibile da parte degli altri. Una gamba rotta attira molta più simpatia e considerazione di un cuore spezzato”.

Oggi purtroppo per tanti è frequente il vivere per lungo tempo in condizioni negative di stress, come discordie, continue critiche, una disciplina pesantemente autoritaria, frequenti umiliazioni per cui a lungo andare il soggetto scoppia in violente reazioni emotive, senza che apparentemente vi siano circostanze sufficienti per giustificarle.

Molte persone, che durante la loro vita si sono sentite ostacolate dalle circostanze esterne sfavorevoli, oppure limitate da altri membri della società, si ritrovano ad essere piene di risentimento, amarezza, aggressività e odio.

Chi si è molto impegnato in un legame affettivo – sentimentale, come un fidanzamento oppure un matrimonio, e poi ne è rimasto profondamente deluso, vive una situazione di immensa scontentezza esistenziale. I traumi che si hanno durante l’infanzia e, secondo molti, anche nel grembo materno sono particolarmente deleteri perché la personalità è maggiormente vulnerabile a quell’epoca. Una malattia oppure l’assenza fisica ed emotiva della madre, possono far sì che il bambino si senta ansioso o abbandonato. Ci sono poi momenti particolarmente a rischio della vita di ogni essere umano. L’inizio della scuola primaria, un cambiamento di zona di abitazione e la necessità di fare nuove conoscenze. L’inizio della scuola superiore o dell’università, le prime esperienze sessuali.

Oggi i fallimenti matrimoniali sono purtroppo assai diffusi in Occidente ed i bambini ne sono le più grandi vittime perché essi scoprono che le due persone che amano di più sono antagoniste l’una dell’altra. Ogni sacerdote cattolico è spesso costretto a sentire lamentele dalla gente sul proprio partner matrimoniale, oppure le critiche tra le nuore e le suocere, oppure le contrarietà ed ostilità tra i colleghi di lavoro.

Tutte le relazioni umane per essere significative devono costruirsi su quattro virtù: l’amore, la fiducia, il rispetto e la comprensione.

Tom Marshall afferma: “Questi elementi possono essere espressi in modo diverso nei vari tipi di relazione. L’amore tra marito e moglie è diverso dall’amore tra amici. Allo stesso modo, l’elemento dominante può essere diverso nei vari tipi di relazioni. La fiducia è probabilmente quello principale nel rapporto tra datore di lavoro e impiegato; la comprensione quello principale nel rapporto tra insegnante e scolaro. Comunque, è necessario che siano presenti armonicamente tutti e quattro gli elementi in ogni tipo di relazione”.

Ora le relazioni tra le persone a qualsiasi livello diventano tese quando c’è un insuccesso permanente nel soddisfare qualcuno dei quattro elementi fondamentali. Allora la freddezza, l’ingratitudine, il mortificare, il criticare e il trovare da ridire su tutti, il tradimento, la mancanza di riservatezza, le liti anche fisiche, il non volere ascoltare, infrangono anche i migliori rapporti affettivi.

Il trauma che consegue dalle delusioni delle relazioni umane ha effetti negativi sullo stato mentale, emotivo e comportamentale delle persone.

Ogni sacerdote cattolico che ha un minimo di esperienza di confessionale, sa che le ferite e le cicatrici interiori sono la fonte della maggior parte dei peccati confessati nel sacramento della penitenza.

Le preghiere di guarigione psicologica riportate in questo testo curato da don Marcello Stanzione ed edito dalla Segno riguardano la guarigione dell’uomo interiore nella sua dimensione intellettuale, volitiva e affettiva.

Il teologo Michael Scanlan è persuaso che la guarigione interiore si trovi chiaramente individuata all’interno del ministero di Gesù e così scrive: “Questo è reso evidente dalla distinzione tra scacciare gli spiriti cattivi o guarire gli spiriti. Vi è un’ulteriore differenza tra spiriti cattivi e spiriti immondi. Poiché tutte le malattie di ordine emotivo e mentale erano attribuite a tali spiriti, la differenza che riscontriamo nella terminologia sta ad indicare dei ministeri differenti”.

Studiando gli scritti del famoso psichiatra Jung, Kelsey dichiara: “Come ripetutamente sottolineato da Jung stesso, non era come psichiatra che otteneva la guarigione di un paziente. Il suo compito era piuttosto di guidare l’individuo verso una fonte di guarigione, situata all’interno della psiche, che, tuttavia sembrava provenire dall’esterno, come una sorgente che gorgoglia in una polla d’acqua”.

La psicologia e la psichiatria moderna dimostrano la realtà dei traumi intrapsichici e Gesù che guariva tutte le forme di malattia fisica e che liberava dagli influssi malefici dei diavoli guariva anche i mali dell’uomo interiore, solo che gli evangelisti che parlano delle guarigioni di Gesù si sono espressi tramite il linguaggio e le categorie di indagine conoscitiva umana di oltre 2000 anni fa.

Le preghiere riportate in questa sezione del libro sono assai utili per la guarigione delle ferite interiori e generazionali. La nostra memoria è un mezzo potente per rilevare le aree delle emozioni ferite, ma essa deve essere illuminata dallo Spirito Santo. E’ necessario che i sentimenti negativi siano portati allo scoperto e che siano consegnati a Gesù anche attraverso il sistema della visualizzazione.

La più grande fonte di sofferenza ed il maggiore ostacolo psicologico delle persone è quasi sempre la mancanza di perdono; Tom Marshall scrive a riguardo: “Mentre continuiamo a non perdonare, rimaniamo sotto il potere della persona o della situazione responsabile della nostra ferita. Non siamo liberi di scegliere come sentirci o come reagire, perfino se le persone interessate sono assenti o anche morte. E’ solo quando ci liberiamo da questi sentimenti negativi che possiamo venire liberati dal potere della ferita. Quando io perdono qualcuno che mi ha fatto un torto, non sto dicendo che il torto subito fosse giusto: sto affrontando la mia reazione emotiva nei suoi confronti. Lo sto liberando dai sentimenti ostili che provavo per lui.

E’ una questione di volontà, io ho qualcosa contro una persona, perciò posso, per mia libera scelta, liberarla da quello che avevo contro di lei. Ecco perché il perdono è un comando: comincia con la scelta del comportamento giusto: … Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano (Le 6, 27-28)”.

Ancora il dolore che si prova per la perdita di una persona cara o nella rottura di un matrimonio possono diventare un grave ostacolo alla guarigione interiore. Certamente con la morte di una persona significativa per noi vi è un processo di angoscia che tutti noi dobbiamo sperimentare, ma tale sofferenza diventa idolatria quando diventa centrale nel nostro cuore e tutta la nostra vita si organizza intorno al ricordo della nostra perdita.

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