Italia addio. Il Presidente a Sanremo

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Un terribile terremoto ha devastato la Turchia e la Siria. I morti sono migliaia e il conto purtroppo è destinato ad aumentare. I feriti, le persone senza tetto, sono decine e decine di migliaia.

In Italia abbiamo tanti drammatici problemi, la povertà e in aumento, i giovani non hanno prospettive.

Però oggi inizia il Festival di Sanremo, l’apoteosi del politicamente corretto, del “gender-fluid”, della banalità somara divenuta “influencer”, e via discorrendo.

Ridiamo e scherziamo, oltretutto senza veri comici, ma disponendo solo di comparse costruite a tavolino e lanciate sul mercato per continuare nel processo di rincretinimento di una intera nazione…

E chi arriva a dare lustro a questa celebrazione dell’idiozia?

Il sig. Mattarella Sergio, in arte Presidente della Repubblica. Vedi ad esempio su https://www.tgcom24.mediaset.it/televisione/sanremo-2023-presidente-mattarella-festival_60811830-202302k.shtml .

Seguirà un altro famoso guitto, Roberto Benigni, campione incontrastato della sguaiataggine politicamente corretta.

Un’accoppiata vincente per celebrare i 75 anni della Costituzione. Dice il sig. Giovanni Grasso, consigliere per la stampa e la comunicazione del Presidente della Repubblica e direttore dell’ufficio stampa della Presidenza della Repubblica,: “Quest’anno è il 75esimo anno della Costituzione e il Presidente ha già iniziato a partecipare a iniziative dedicate. Ci sembrava giusto essere qui visto che la Costituzione parla di Cultura e di Arti perché Sanremo è cultura popolare. E’ un’attestazione per quella. Una presenza simile a quella alla Scala: segue la serata, come un normale spettatore, modello concerto inaugurale. Sarà accompagnato dalla figlia Laura“.

Sanremo è “cultura”, seppur “popolare”. Sanremo come la Scala. E il Presidente partecipa.

Italia kaputt. Non c’è bisogno di ulteriori commenti.

La smania malsana di distruggere il Paese di Dante, di Petrarca, di Manzoni, lo  splendido Paese un tempo cristiano, che in passato è stato un faro di cultura e di arti, questa smania è ormai al parossismo.

L’anziano signore che dovrebbe rappresentare l’unità nazionale si mostra, ancora una volta, primo attore nel processo di demolizione dell’Italia.

A Sanremo, a Sanremo, tutti felici a inneggiare all’apoteosi della stupidità e della volgarità di regime.

I morti di Turchia e Siria non possono protestare. Sono morti. Come sono morti quelli dell’Ucraina, ai quali forniamo tante belle armi per continuare a morire. Come siamo morti noi italiani, non rincretiniti, ma rassegnati.

Già. Ma noi sappiamo cosa si deve fare. Abbiamo la “cultura” e il Presidente che la difende. Sanremo.

Addio Italia, ti ho sempre amato. Dove sei finita?

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9 commenti su “Italia addio. Il Presidente a Sanremo”

  1. Via, carissimo Paolo!
    Zelensky e Benigni si e Mattarella no?
    E la “pav condicio” di Oscar Luigi Scalfaro?
    Una gara tra comici, pessimi comici, tragicomici.
    Come nel geniale titolo di un vecchio film: “Situazione disperata, ma non seria”…
    Tobia

  2. Quando ero bambino, negli anni sessanta, seguivo “Sanremo” coi miei genitori alla TV; era uno spettacolo in bianco e nero, senza tante luci e tanto sfarzo come adesso, era uno spettacolo perfino modesto ma andava dritto al cuore; c’erano canzoni che facevano persino commuovere e cantanti veri (non questi urlatori o mezze calzette odierne).Cantava Modugno “Nel blu dipinto di blu”, gli acuti tenorili di Claudio Villa in “Granada” mettevano i brividi, Morandi con la “Fisarmonica”, Dorelli con “L’immensità”, i Ricchi e i poveri, Mina, Milva, Zanicchi, Vanoni, Berti, Albano e Romina con la loro “Felicità”; ripenso con rimpianto a “quei” Sanremo paragonandoli con quello di oggi. Solo chi ha una certa età come me può ricordarsi che non tutti i “Sanremo” sono stati delle schifezze.

  3. La DC si suicidò trent’anni fa. Adesso l’ambiente democristiano uccide l’Italia, consegnandola alla Religione Satanica Mondiale

  4. A.M. E’ difficile trovare espressioni adatte alla decisione presa dal nostro Presidente della Repubblica Italiana a presenziare ad una manifestazione tremendamente vergognosa sotto ogni aspetto.
    Non credo che possano esistere giustificazioni di alcuna natura per tale suo intervento di presenza: non si può mai – e poi MAI ! – unire l’ipotesi di una ricorrenza ufficiale ( tra l’altro decisamente importante ! ) ad uno spettacolo che più vergognoso, osceno e disedicativo, non potrebbe essere.
    Un vero e proprio peccato quando cade dal piedestallo sul quale milioni di italiani , da anni, lo avevano – giustamente -posto.

  5. Perfettamente d’accordo con il suddetto commento! Povera italia!
    Dov’è finita la nostra bella e amata ITALIA?!

  6. Che sagge e accorate parole, carissimo Direttore! Il presidentuccio di una penosa italietta a una manifestazione che mescola di tutto: 75 anni della Costituzione, assimilazione alla prima della Scala, oscenità generalizzate e altro
    che non so, né voglio sapere. Non ci sono parole, non solo per queste inaudite bassezze, ma per l’assoluta insensibilità di fronte a una immane tragedia per la quale si sarebbe dovuto proclamare lutto mondiale. Invece suoni, canti, balli e schifezze varie al cospetto nientedimeno che del capo dello Stato. Un povero stato, da scriversi con la minuscola, tanto è immeritevole della maiuscola, così come della stessa è immeritevole il titolo di questo canuto anziano, una specie di pupazzo di latta che pare animarsi solo se telecomandato.
    Oltre ogni bassezza.

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