La libera scelta del male minore

Un’utile riflessione, anche in vista del voto di domani

 

 

Nei tempi attuali parlare di morale cattolica fornita di imprimatur, citare le sentenze di manuali di teologia morale, è quasi diventata cosa anacronistica, sospetta di formalismo, di generalizzazione impietosa, dovuta a una casistica superata, degna dell’Inquisizione, di giudizi sommari privi di carità, e chi più ne ha più ne metta.

Viceversa il voluto abbandono delle norme desunte dalla Legge di Dio a favore del relativismo, della morale della situazione e della libertà di coscienza costituisce niente di meno che una dottrina eretica, già condannata dalla Chiesa con atti del Magistero infallibile attuato da vari Pontefici.

Da ultimo, esempio di tale infrazione gravissima della Legge la troviamo nella Amoris Laetitia di Bergoglio, dove si deroga alla Norma divina aprendo il credito a una libera coscienza priva di giustificazione (coscienza falsa, colpevole o incolpevole). Si tratta di un elemento eterodosso inserito nel vasto complesso eretico, che va dal riconosciuto diritto alla libertà religiosa ai riconoscimenti tributati alle false religioni, segnatamente all’eresiarca Martin Lutero.

Nel Dizionario di teologia morale Editrice Studium 1955, alla voce “scelta del minor male”, redatta da Ludovico Bender O.P. troviamo: “Di due mali scegliere e perciò compiere il male minore non è lecito, se si tratta di due mali morali ossia di due operazioni che sono in se stesse violazione della legge morale […] Un male non diventa bene o lecito, perché c’è un altro male più grande, che si potrebbe scegliere […] L’uomo può sempre non fare, se fare l’una o l’altra cosa sia sempre peccato: e questo non fare non è peccato in sé (p. es. non procurare l’aborto) […] nessuno è responsabile per le conseguenze della condotta da lui seguita, quando non c’era possibilità di agire senza peccare. Scegliere il male minore è lecito, quando questo minor male non è in sé un male morale (peccato), ma è un male puramente fisico o un atto od omissione in sé buona o indifferente, dal quale o dalla quale però, nel caso concreto, seguirà un effetto accidentale cattivo, meno grave però di quello che produrrebbe un altro mezzo.”

Sul caso delle elezioni politiche, che richiede un ulteriore discernimento, si pronunciò S. Pio X con la lettera Inter catholicos Hispaniae (febbraio 1906) in occasione delle elezioni in Spagna. Egli prescrisse ai cattolici spagnoli di scegliere i candidati migliori disponibili, applicando il criterio del minor male. Le analogie con il voto odierno in Italia, dovrebbero autorizzarci a seguire la medesima scelta.

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2 commenti su “La libera scelta del male minore”

  1. Gaetano Fratangelo

    Occorre una riflessione sulle scelte tra i due mali: maggiore o minore che siano.
    Ritengo semplicistico lasciare ai cittadini la scelta del male minore per dare un giudizio.
    Il problema sono le basi su cui si fonda il giudizio morale ma la coscienza non è sufficiente in quanto può essere falsa.
    Entrano, poi, in gioco altri fattori quali consapevolezza, libertà e responsabilità
    Ma, principalmente, deve intervenire la conoscenza dei valori e la capacità di una loro classificazione.
    Si pone, pertanto, il problema di una guida catechetica che non può essere, certamente, attuata a ridosso delle votazioni.

  2. Se non ricordo male questa questione fu oggetto di dibattito anche con Giovanni Paolo II, però a dir la verità, non mi sembra ci fosse una conclusione chiara per noi fedeli.
    Mentre questo articolo mi sembra molto esplicativo.
    Quindi GRAZIE DI CUORE!
    Paola

I commenti sono chiusi.

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