Lettera aperta a Giorgia Meloni

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Time Danaos et dona ferentes. Temi i Danai (i greci) anche quando portano doni. Così dicevano i padri latini i quali, per motivi storici che non sto qui a ricordare, dei loro dirimpettai adriatici non avevano molta stima. Oggi vorrei ricordare alla Signora Meloni questo antico detto sempre attuale e sempre vero, perché credo possa aiutarla a decifrare il trattamento di cui viene gratificata da buona parte della Sinistra.

Lei, Signora Meloni, nelle ultime settimane è diventata la rappresentante di una Destra “presentabile” contrapposta a quella di Salvini-orco-cattivo. Questa strategia viene attuata attraverso una serie di “coccole” mediatiche consistenti in attestazioni di stima da parte di avversari politici e inviti a programmi televisivi e radiofonici gestiti da anchorman/woman sinistrorsi durante i quali Le viene riservato un trattamento di relativa cortesia.

Tanta blandizie non può che compiacerLa, e al di là di questo Lei può comprensibilmente ritenere che ne abbia un tornaconto il Suo partito (che per inciso fino a non molto tempo fa era anche il mio) il quale effettivamente è in crescita di voti.

La Sinistra, in questa operazione, sfrutta anche quello che vorrei chiamare “effetto sdoganamento”. Mi spiego: nel nostro ambiente – fin dai tempi del MSI e del cosiddetto “arco costituzionale” – la Destra era ghettizzata, se non criminalizzata. C’era chi se ne infischiava (io ero fra questi) e chi ne soffriva. Fra questi ultimi ve ne erano molti che speravano per l’appunto di poter prendere il largo verso lidi politici più agevoli e agiati, tanto che, non appena ne ebbero l’occasione, salparono l’ancora. La brama di sdoganamento si vide anche in seguito, quando Alleanza Nazionale coltivava il mito della “società civile” cui ci si doveva “aprire” per diventare finalmente “presentabili”: risultato ne fu che  fra le amorose braccia di quel partito si rifugiarono personaggi provenienti dalle più diverse sponde, fra cui alcuni piuttosto lontani dai nostri ideali.

Ora, il mio timore è proprio questo: che accanto a Lei possano essere persone le quali anelino, per citare Manzoni, a un’ennesima risciacquatura di panni, magari non necessariamente  per trarne un profitto personale, ma ritenendo in buona fede di fare “il bene del partito” o per desiderio acritico di novità. Persone che verosimilmente La incoraggino a perseverare su questa strada.

Non abbia dubbi, Signora Meloni: se la Sinistra blandisce un avversario politico, è solo per ottenerne un profitto. Nel caso in specie, il vantaggio sarebbe quello che Lei, anche incoraggiata dai sondaggi favorevoli, allargasse il fossato rispetto alla Lega. Non parlo di valori e di storia, rispetto ai quali è giusto marcare le distanze, ma dell’azione parlamentare, che sommessamente ritengo opportuno rimanga il più possibile condivisa,  tranne ove fossero in gioco i principi etico-politici del nostro agire. Insomma distinguere per unire, non per separare, laddove la Sinistra intende applicare il noto “divide et impera”.

Non c’è alternativa quanto alle alleanze, non c’è spazio per muoversi en solitaire: già FI sta covando nella sua pancia molle un che di ancora più molle, si chiami ”responsabili” o “democratici” o altro ancora. Ed un’eventuale temporanea intesa con Italia Viva può ammettersi solo sulla base di un’alleanza ferma e leale con la Lega, altrimenti  l’intraprendente esuberanza di Renzi provocherebbe più di uno sgretolamento, e infine farebbe saltare il banco.

Lo so: i leghisti sono duri e catafratti. Ricordano gli opliti spartani a Platea. Ma quella lontana battaglia la vinsero loro: non i brillanti e arguti ateniesi e meno che mai i tebani, vendutisi al nemico persiano. E poi, in fondo, qualche ragione di gratitudine nei loro confronti ce l’avete, ce l’abbiamo.

Tornando al punto, Signora Meloni, dicevo più sopra che se la Sinistra blandisce e molcisce un avversario politico, è solo per ottenerne un profitto. Aggiungo ora che, ottenuto quello che voleva, per loro questi ritorna ciò che era prima: nient’altro che un avversario, anzi un nemico.

La saluto con stima

 

Alfonso Indelicato

Consigliere Comunale a Saronno già di FdI, ora indipendente

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1 commento su “Lettera aperta a Giorgia Meloni”

  1. Concordo in pieno. Senza ricorrere agli esempi citati, anche la storia recente ci insegna quanto la sinistra sia abile nelle manovre “politiche” che peraltro le consentono di governare senza appoggio elettorale e quindi democratico

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