Massoneria ed Islam, un inevitabile connubio

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In un mio precedente scritto avevo accennato ad una compatibilità fra massoneria e Islam. Vorrei approfondire, con voi che mi leggete, questa riflessione necessaria per capire la situazione a livello mondiale di questa convivenza e quali possano essere gli sviluppi di questa, sia in senso geopolitico che sociale.

Se noi riflettiamo attentamente sulla identità e sui fondamenti concettuali di queste due aggregazioni e sulle loro  forme di penetrazione  e di organizzazione, ci rendiamo subito conto che entrambe mirano alla conquista  del potere non soltanto per sfruttare, a fini politici ed economici, le popolazioni conquistate quanto per uniformarle al modo di concepire l’umana esistenza e il modo di vivere la vita e per chi viverla.

Analizziamo per prima cosa che cosa sia la Massoneria e a che cosa aspiri. Questa istituzione umana è innanzitutto un’aggregazione di individui scelti e cooptati secondo una visione elitaria della società. Non tutte le persone che vivono in questo mondo sono idonee, secondo i principi guida massonici, a essere cooptate nella Massoneria, ma unicamente quelle dotate di qualità eminenti in ogni campo dello scibile umano e anche queste selezionate  per i vari gradi in cui si struttura la compagine massonica. La Massoneria è, infatti, una struttura piramidale con una larghissima base e con gradi o livelli di elevazione che si fanno sempre più ristretti a mano a mano che si giunge al vertice. La Massoneria proclama di non professare alcuna fede religiosa ma di rispettare ogni religione purché non pretenda di essere l’unica e di essere la portatrice di una Verità assoluta che escluda tutte le altre. Già questa condizione pone fuori il Cristianesimo poiché, per affermazione dello stesso Gesù Cristo, non c’è altra Verità oltre a quella da Lui stesso rivelata e incarnata.

Il Cristianesimo e l’Islam sono due religioni che hanno entrambe la convinzione di essere portatrici della Verità con una profonda differenza fra loro: mentre il Cristianesimo, nei suoi diversi modi di presentarsi, prevede l’obbligo di diffondere la parola del fondatore Gesù Cristo senza costrizione e senza imposizione, l’Islam, come previsto dal Corano, deve imporre con la forza, non immune dalla violenza, l’affermazione della fede islamica che riconosce un solo ed unico Dio, Allah, così come è stato presentato dal suo profeta Maometto. La diceria che anche il Cristianesimo abbia imposto con la forza e la violenza la fede in Gesù Cristo va rettificata. Le Crociate sono state un tentativo di ripristinare la fede religiosa in quelle nazioni dove essa si era affermata all’inizio della sua diffusione. Quindi le Crociate furono un tentativo di ricondurre quelle popolazioni alla fede o quanto meno a convivere con quella mussulmana. Come siano andate le cose lo sappiamo: la fede cristiana non si espande con la forza, perché questa è in contraddizione inevitabile con la parola fondatore Gesù Cristo. Quando essa è stato imposta con la forza non ha messo radici e ben presto si è dissolta o ridotta a coraggiosa minoranza tollerata. Non è il soldato che, con la forza delle armi, può diffondere la fede in Cristo. La parola del Cristo non può abbinarsi all’uso della forza ma soltanto a quello della ragione, al contrario dell’Islam che ha sempre e dovunque affermato il suo predominio con la violenza o con il ricatto della dimmitudine, cioè di quella situazione di tolleranza pagata con l’essere considerati cittadini di secondo ordine e soggetti a gravami fiscali e a discriminazioni rispetto ai “sottomessi” cioè agli islamici, sottomessi spontaneamente o per interesse alla dottrina di Maometto.

Al giorno d’oggi si assiste ad una vera e propria apostasia del Cristianesimo nell’Occidente, che gli islamici ancora etichettano come cristiano. In questo Occidente in avanzato stato di scristianizzazione prevale un pensiero unico, intollerante, anche se si ammanta dell’aggettivo democratico, che è fondamentalmente antitetico alla fede cristiana. Questo pensiero ha combattuto con ferocia e ostinazione soprattutto la Chiesa Cattolica a partire dal diciottesimo secolo con la rivoluzione francese. Dopo il 1789 è stata una guerra continua contro Roma e contro la fede cattolica ma Roma resisteva, nonostante  vedesse scemare  indistintamente,giorno dopo giorno, la compattezza dell’orbe cattolico. Qual era la forza che combatteva con tenacia e profonda avversione il Cattolicesimo, mentre la fede delle popolazioni riformate e aderenti alla riforma protestante o all’anglicanesimo andava sempre più affievolendo, accettando idee e riforme inoculate da quella medesima forza? Quella forza trovava la sua matrice nell’antica Gnosi che  aveva accompagnato la crescita e l’affermazione del Cristianesimo provocando sin dall’inizio (già dal secondo secolo d.C.) le prime eresie e le prime divisioni. La Gnosi si svilupperà in Occidente a partire dal secolo quattordicesimo per trovare poi il suo humus nell’Umanesimo e nelle sue nicchie diffuse in tutta l’Europa, compresa l’Italia. Già sulla fine del quindicesimo secolo vedremo spuntare, proprio in Italia, cenacoli di letterati ed intellettuali che si dilettavano di ritornare alle antiche credenze per poter meglio vivere la loro apostasia. Nei primi anni del secolo sedicesimo nacque a Roma, sì proprio a Roma sede del vicario di Gesù Cristo, l’Accademia Romana che annoverava in sé i più celebri letterati e umanisti dell’epoca. Gente che senza rinnegare palesemente la fede cristiana, aveva finito di vivere in modo pagano tornando alle dissolutezze antiche. Quegli intellettuali paganeggianti si erano dati dei nomi greci o latini per rimarcare la loro intima distanza dalla fede cattolica pur continuando a vivere nelle corti delle signorie del tempo e, in particolare, in quella dei papi, non sempre pronti a reprimere alla radice queste escrescenze paganeggianti. Fra di loro si praticava l’omosessualità più sfrenata senza escludere, peraltro, la compagnia di compagne dell’altro sesso per vivacizzare i bagordi. Non voglio fare nomi, ma ognuno è in grado di trovarli nel web ove, ormai, circola di tutto, dal satanico alle pratiche di santità.

Ma torniamo alla forza che insidiava da presso la fede cristiana. Quella forza verrà chiamata dai Papi l’Inimica Vis, una forza nemica, determinata a distruggere la Chiesa cattolica, il suo vero e principale nemico. Con le altre religioni quella forza può convivere e collaborare, tranne quella rappresentata dalla Chiesa cattolica romana. Quella forza dall’Italia si diffuse velocemente in tutta l’Europa, ove gli umanisti erano numerosi e tutti intrisi di cultura prevalentemente latineggiante, cioè italiana e romana in particolare.

Da quei circoli paganeggianti e segretamente avversi alla religione cristiana praticata dalla maggioranza dei popoli europei e, di lì a poco, anche del nuovo mondo, presero vita quelle associazioni di persone che, aderendo alle antiche corporazioni dei muratori e dei marmorari che si tramandavano i segreti della loro arte di generazione in generazione, finirono per chiamarsi per l’appunto Muratori e Masons con l’aggiunta dell’aggettivo “libero”. Quell’aggettivo era sostanziale, perché quella libertà che loro rivendicavano era proprio quella per affrancarsi e distanziarsi dalla chiesa cattolica. La prima loggia nacque in Inghilterra nel 1717, ma alcuni cenacoli si erano già costituiti nelle altre nazioni europee senza ancora darsi un nome preciso, per assumere in seguito idee e regole mutuate dalle logge inglesi che furono ben liete di diffondere il loro verbo.

Ma che cosa è la Massoneria e che cosa vuole e persegue? Tentare una breve e completa descrizione della Massoneria non è mia intenzione. Nel web si potranno trovare numerose esplicazioni, tutte imprecise e fuorvianti. Basterà, a mio giudizio, riferirsi alle condanne e alle denunce dei vari papi, buon ultimo il santo Padre polacco Giovanni Paolo II.

Ma l’Islam che cosa c’entra con la Massoneria? Vedremo che c’entra, eccome! Intanto dobbiamo subito premettere  che una indubbia considerazione da parte dei governi dell’Occidente, già cristiano ed ora progressista e democratico, verso i paesi islamici, purché non contrari agli accordi e ai voleri del potere finanziario e globale, è innegabile. Non c’è che da riflettere su ciò che è accaduto in Medio Oriente e nel Nord Africa per comprendere che le guerre contro quei pochi Stati mussulmani – spesso con rilevanti minoranze cristiane – che non volevano assoggettarsi alle imposizioni dell’alleanza fra paesi produttori di petrolio e quei paesi atlantici che detenevano e detengono tuttora la leadership occidentale, sono state scatenate proprio per eliminare i governi di quegli Stati. Stati che avevano intrapreso una politica di equidistanza e di ammodernamento soprattutto nel campo sociale e culturale, con inevitabili ripercussioni in quello religioso, riconoscendo alle diverse minoranze religiose la pacifica convivenza con quella prevalente.

Le cosiddette primavere arabe furono il tentativo di rovesciare questi stati “moderni” rispettosi delle religioni minoritarie e non inclini ad assoggettarsi alle politiche economiche e sociali delle cosiddette Democrazie Occidentali e di quei paesi arabi che, grazie alle loro immense riserve di idrocarburi, potevano vantare una potenza economica rilevante ed erano sensibili ad accogliere certe riforme sociali senza però distruggere la compattezza della Sunna, cioè della fede islamica e della legge della Sharia.

Ma l’Occidente scristianizzato, cioè i governi progressisti e democratici (quale infame stravolgimento del termine ha avuto questa democrazia!) è andato anche oltre.  I paesi cristiani dovevano scristianizzarsi il più velocemente possibile per arrivare all’agognato potere mondiale riservato al dominio della Finanza e all’invadenza degli Stati Guida o Superstati. Questo era il programma sino all’avvento di Trump alla guida degli USA. Trump ha rovesciato nell’Occidente queste speranze e messo in crisi il programma del Globalismo Finanziario ed economico che privilegia le élite e penalizza le masse lavoratrici. Contemporaneamente la rapida espansione della Cina come Superpotenza mondiale ha messo in crisi il progetto, anche in considerazione che una cooptazione della potenza cinese nel progetto globalistico sarebbe indigesta all’impero a matrice anglosassone e sionista .

Ma quale era questo progetto? In sintesi abbastanza ridotta  era quello ideato negli anni venti del secolo scorso da Richard Coudenhove-Kalergi, ma che, in realtà, era una sintetica raccolta dei programmi  della èlite massonica mondiale di quegli anni. Non è il caso di addentrarci nell’esame di quel progetto che  si va realizzando ai nostri giorni.

Il dominio mondiale programmato da quella élite può essere conseguito soltanto se viene eliminato l’ostacolo della Chiesa cattolica, l’avversario quanto mai odiato  dalla Inimica Vis. Si noti bene: della Chiesa Cattolica, non delle altre confessioni cristiane, che hanno avuto tutto il tempo di dimostrare la loro fragilità nei quattro secoli passati  sin quasi ad annullarsi ai nostri giorni. La Chiesa cattolica è la vera roccia contro la quale, con estrema decisione e pervicacia, si sono avventati i tentativi distruttivi della Inimica Vis, tutti falliti. Ma Nubius, lo stratega massone che aveva dettato il programma per i secoli successivi al diciannovesimo, profetò (anche satana ha i suoi profeti) che quella roccia si poteva sgretolare soltanto infiltrandosi in essa e giungendo sino ai vertici. Il programma sembra a buon punto, ma noi sinceri cattolici romani siamo sicuri, per la promessa di Gesù Cristo, che la sofferenza attuale è soltanto una temporanea pausa necessaria al riassestamento delle forze.

Ma per quale motivo le forze democratico-progressiste dell’Occidente non ritengono pericoloso l’Islam? Semplice: l’uomo comune, che costituisce la gran massa della gente di questo mondo, ha bisogno di credere in qualcosa oltre alla vita terrena e l’Islam offre questa certezza proponendo ideali talmente seducenti nella loro semplicità e rozzezza, da attirare la gran massa degli umani di sesso maschile. Inoltre la Sharia garantisce l’ubbidienza e la conseguente docilità delle popolazioni sottomesse all’Islam, termine che semanticamente significa per l’appunto sottomissione. L’Islam non ha una gerarchia interna capace di tenere le fila del gregge. Gli Imam sono dei comuni fedeli che guidano le preghiere prescritte dal Corano per averlo approfondito insegnando i principi scritti in quel libro sacro, istruendo in tal modo le masse sia dal punto di vista disciplinare che liturgico, ammesso e non concesso che si possa parlare di una vera e propria liturgia per la preghiera dei mussulmani. Il Corano è infatti un manuale religioso e politico, nonché giuridico che comprende il diritto civile e penale e, in fine, di insegnamento di norme  di comportamento sociale e individuale.  La mancanza di una gerarchia interna elimina la possibilità di avere fra i piedi preti o vescovi e tanto meno un Pontefice guida  o altre autorità territoriali a lui collegate da stretti vincoli di subordinazione. Nei paesi a maggioranza islamica la religione, per i detentori del potere civile, costituisce un supporto sicuro e una garanzia per assicurare la fedeltà delle masse. Le norme civili e penali infatti sono quelle contenute nel Corano e che prendono il nome di Sharia.

La religione islamica è tendenzialmente complementare alla Massoneria, sia per la dottrina nelle sue linee generali, sia sotto l’aspetto funzionale. Mi spiego meglio. Per i massoni c’è un Dio unico impersonale che viene da loro chiamato il Grande Architetto dell’Universo (GADU). Un Dio lontano, non individuabile, indeterminato, forse creatore dell’Universo. Dico forse perché la moderna ideologia evoluzionista nega l’esistenza di un disegno o progetto originario e preferisce affidarsi ad un neutrale Caso, cioè alla casualità e ad una natura che si autoregola. Insomma, un universo senza creatore e, ovviamente, senza Padre. Per gli uomini che detengono il potere a livello planetario che Dio sia Allah e che sia unico, inconoscibile, onnipotente, inavvicinabile dall’Umanità etc. va benissimo, anzi magnificamente bene, specialmente se questo dio sia anche misericordioso in modo da lasciare una speranza alla gente che si chiede che cosa sia di noi al termine di questa vita. Magnifica idea quella della misericordia di Allah, il dio misericordioso, un passepartout straordinario, geniale, utile quanto mai per la consolazione dei più esigenti e dei più diseredati, cui lasciare la speranza di poter godere nell’altra vita quel che non si è potuto raggiungere durante questa vita terrena. Che poi questa consolazione si traduca in una vita di bagordi nell’aldilà non ha toccato più di tanto la riflessione dei più avveduti studiosi del Corano!

E che dire della Sharia? Essa costituisce un autentico regalo del Corano per i fini della Massoneria. La Sharia è quanto di meglio si poteva attendere un potere autocratico, elitario e costituzionalmente assolutista e quindi intollerante come quello della Massoneria. L’Islam, come si è detto, significa sottomissione e che cosa ci può essere di meglio per la Massoneria di un popolo sottomesso per ispirazione e/o convinzione religiosa? D’altronde quali precetti impone il Corano alle masse dei fedeli? Pochi e compatibili con gli interessi del potere. Se ne erano rese ben conto le dinastie arabe della seconda metà del primo millennio, che guidarono la conquista di una gran parte dell’emisfero meridionale asiatico e africano e più ancora se ne avvantaggiarono le dinastie turcomanne che demolirono la lussuosa civiltà araba di quel primo millennio dell’era cristiana sino a giungere alla conquista ottomana che perdurò, seppur malridotta, sino al 1919.   

In conclusione, l’Islam non solo è compatibile con la Massoneria, ma è ad essa funzionale per i suoi fini.

La Massoneria per giungere a questo traguardo deve però sbarazzarsi del Cristianesimo, l’unica religione che chiede l’assenso della ragione e , quindi, della coscienza del singolo uomo e che fa di questo stesso uomo una persona destinataria, per natura e per diritto divino, della dignità dovuta ad un figlio di Dio, una identità unica e irripetibile e non modificabile dal valore intellettuale della singola persona che può essere vario in misura indefinibile. Da più di tre secoli la Massoneria, l’Inimica Vis, sta perseguendo il suo obiettivo di distruggere il Cristianesimo. L’ultima strategia è stata quella di combattere il Cattolicesimo romano dal suo interno, sia corrompendo membri della sua gerarchia, sia inserendo in esso una quinta colonna capace di una  studiata e rigorosa dissimulazione. Negli ultimi cinquanta anni questo disegno sembra avere raggiunto il suo scopo, ma il successo non è ancora arrivato. Sino a quando una cellula della autentica e verace Chiesa Romana resterà viva, l’Inimica Vis non potrà cantare vittoria, perché la promessa di Cristo che gli eletti di Satana non prevarranno resta sempre valida e vittoriosa. In un mondo ove tutto è in rapida evoluzione nulla appare certo, né da una parte né dall’altra. Parziali successi e sconfitte si registrano in ambo i fronti ma la battaglia è ancora lunga e quanto ancora possa durare non è presumibile. Il pensiero unico predominante pare avere conseguito notevoli margini di vantaggio, ma ad ogni suo passo avanti corrisponde sempre l’emergere di una nuova difesa, all’apparenza debole e priva di risorse e, tuttavia, sempre più risoluta a non cedere.

Quanto durerà questa battaglia, forse la più difficile che la  Chiesa di Roma sta combattendo con alterne fortune da oltre mezzo millennio? Non lo sappiamo e non serve perdere tempo in supposizioni a questo riguardo. I piani di Dio sono troppo distanti dal nostro modo di pensare.  L’espansione di questa battaglia su più fronti, ognuno diverso per strategie e per differenze territoriali e sociali, si va sempre più diversificando, complicando i piani e le manovre.

Al giorno d’oggi sembra che la Chiesa di Roma ammorbidendo la dottrina  e perseguendo fini sociali e   politici sia divenuta assai sensibile agli influssi massonici. Dopo il Concilio Vaticano II si sono fatti passi di avvicinamento, anzi di cooptazione, della modernità, dapprima ad opera di singoli esponenti della gerarchia cattolica e, successivamente, di comunità intere come la Compagnia di Gesù che, tranne poche eccezioni, sembra votata a mutare radicalmente la mentalità e la fede della cattolicità. Un cattolicesimo progressista, favorevole alla rivolta antropologica in atto nel mondo occidentale, ora divenuto addirittura alleato e sostenitore dei partiti progressisti, gli stessi che hanno pianificato la distruzione della famiglia tradizionale e lo sfascio dei costumi. Con la cosiddetta teologia della liberazione la Nuova Chiesa sta attuando una politicitizzazione perseguendo fini sociali e politici. Con Papa Francesco la Chiesa di Roma ha sposato la politica e le finalità del piano Coudenhove-Kalergi, predicando l’apertura indiscriminata delle frontiere agli emigranti, mitigando il rigore della indissolubilità del matrimonio e della esecrazione della omosessualità e mostrando un mieloso buonismo che è giunto a introdurre nel Catechismo della Chiesa Cattolica l’abolizione della pena di morte, sostenendo un divieto assoluto di sopprimere la vita quale che siano le cause della condanna. Più preoccupante è stata la mitigazione delle conseguenze del peccato, sin quasi a far scomparire dalla scena il concetto stesso di peccato.

Ultimamente Papa Francesco con una delle sue solite sorprendenti e sovente avventate esternazioni, ha affermato che la Madonna si è “meticciata per essere madre di tutti: si è meticciata con l’umanità meticciando Dio stesso”. Si tratta di parole ad effetto senza fondamento dottrinario e tanto meno antropologico, che esprimono, tuttavia, quale è il concetto che c’è dietro. Secondo papa Francesco il mondo dovrebbe mescolarsi e i popoli meticciarsi l’uno con l’altro, superando le identità dei singoli popoli e delle razze. Attualmente la nuova Chiesa di papa Francesco sembra votata a meticciare soprattutto l’Occidente in avanzata fase di scristianizzazione e, in modo particolare, l’Italia, schierandosi apertamente a sostegno di quelle forze politiche che sollecitano e favoriscono l’invasione dei cosiddetti “migranti” che, in realtà, non sono altro che colonne avanzate di una invasione programmata e favorita dalla elite globalista. Una invasione che ha lo scopo di scardinare le identità nazionali per dar vita a comunità multirazziali prive di coesione culturale e fatalmente destinate a dividersi secondo schemi tribali. La divisione che ne consegue facilita l’insorgenza di aggregazioni etniche e/o religiose in competizione fra loro e destinate a subire la sudditanza del gruppo maggioritario per numero o per compattezza culturale, come avviene dovunque esista una comunità islamica di un certo numero di membri.

Con il favorire l’immigrazione incontrollata la Chiesa fiancheggia i progetti di coloro che mirano alla distruzione delle identità nazionali e religiose, allineandosi in tal modo alle idee e ai programmi della Massoneria. Permane però una stranezza sconcertante in questa accondiscendente promozione della dissoluzione delle identità storiche e culturali dei singoli popoli. La Nuova Chiesa, nell’augurarsi l’integrazione dei vari popoli con l’esaltazione del meticciato, sembra avere dimenticato l’Ebraismo, o meglio il Sionismo, strenuamente arroccato in un fortino privo di difese naturali come è lo stato di Israele e mantenendo la rigida legge di serbare la purezza della razza laddove gli Ebrei vivono separati in mezzo agli altri popoli. Strana dimenticanza o strana eccezione di una prassi pastorale!

A noi che restiamo fedeli alla fede tramandataci dai padri non resta che mantenere la compattezza e affidarci alla preghiera con la fiducia che i nemici di Gesù Cristo non praevalebunt.

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