Perchè continuiamo a farci del male?

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Sembra di leggere uno strano romanzo giallo, in cui non ci si chiede chi sia l’assassino, ma semplicemente chi sarà la prossima vittima.

Mi riferisco a un modo di fare polemica che purtroppo si fa sempre più, non solo nei contenuti ma anche nei toni, non con un’analisi e una critica delle idee che si considerano sbagliate, ma piuttosto sparando sull’avversario (ammesso e non concesso che sia realmente un “avversario”) e/o sparandogli non solo per quello che dice, ma anche per la sua partecipazione o vicinanza ad associazioni, movimenti “non graditi”.

Di recente parlavamo di Roberto Formigoni (clicca qui), attaccato a testa bassa in un articolo da cui si poteva evincere che nulla, ma proprio nulla, ci fosse di salvabile nell’ex presidente della Lombardia.

Oggi parliamo di Ettore Gotti Tedeschi, a sua volta bersaglio delle artiglierie (clicca qui).

E domani, chi sarà la nuova vittima?

Sia ben chiaro: la critica, anche forte, fa sempre bene, se ben motivata e se ha, mi si consenta, un minimo di stile. Quando la critica diventa sputo acido sull’avversario, mi piace sempre di meno. Anzi, non mi piace per nulla, e mi sorge spontanea una domanda: “Perché?”.

E sia altrettanto chiaro: le uniche parole da considerare come “vangelo” sono, appunto, quelle del Vangelo, né credo che i personaggi che ho citato prima abbiano bisogno di me come avvocato difensore, così come non ne avevano bisogno altre vittime dell’artiglieria “dura e pura” di cui mi sono già occupato in passato (uno per tutti, Don Luigi Giussani).

Però mi chiedo, appunto, il perché di questo modo di criticare.

Il bersaglio dei “duri e puri” è preferibilmente un cattolico, che però non è “cattolico” come dovrebbe essere, almeno a parere dell’articolista-artigliere.

Ma così non facciamo del male a noi stessi? Già siamo pochi e abbiamo il mondo contro: non facciamo così il gioco dell’avversario, quello vero, quello che gode come un matto a vedere che ci spariamo tra di noi?

Sono stato ben contento, come direttore di questo modesto sito, della disponibilità di una persona qualificata e di grande esperienza come Ettore Gotti Tedeschi e invito i lettori a leggere, se non l’hanno ancora fatto, i due articoli finora pubblicati (clicca qui e qui). In calce a tutti gli articoli c’è lo spazio per i commenti, in cui ognuno può intervenire.

Personalmente sono grato a Ettore Gotti Tedeschi, come a tutti gli altri collaboratori, che con il loro impegno fanno un servizio importante ai lettori. E sono sicuro che i lettori lo apprezzano, come dimostrano anche i dati di accesso, confortanti per un sito che ha un solo mese di vita come Il Nuovo Arengario, ma che da subito ha presentato ai suoi lettori solo firme di ottimo livello.

Quindi, per chiudere, dico solo due cose:

  • La mia personale solidarietà a Ettore Gotti Tedeschi.
  • La preghiera, ai critici, di essere un po’ meno “duri e puri”. Abbiamo, tutti, molto da imparare e abbiamo, tutti, il dovere di un po’ di stile… l’aggressività gratuita non porta da nessuna parte.

Grazie per l’attenzione e a tutti buona lettura

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9 commenti su “Perchè continuiamo a farci del male?”

  1. Caro direttore Deotto, apprendo oggi che lei è il direttore del Nuovo Arengario pertanto non ero a conoscenza di sue recenti critiche a Riscossa Cristiana. Ho precisato questo perché ho fatto le sue stesse riflessioni di fronte agli articoli in questione. Da anni sono lettore di Riscossa, dai tempi in cui è nata o quasi. Oggi però di fronte a certe posizioni mi trovo sempre più a disagio. C’è qualcosa che non va. E non certo perché io abbia cambiato idea sulla crisi spaventosa della Chiesa o sulla politica italiana. Anzi se fosse possibile mi attaccherà ancora più alla Tradizione di quanto non faccia ora. Alla messa di sempre,
    agli insegnamenti pre conciliari. Nonostante questo avverto in Riscossa oggi qualcosa che non mi convince fino in fondo. Un carissimo saluto

  2. Carissimo Direttore,
    Complimenti vivissimi per la nuova creatura: questo Arengario è davvero molto bello!
    Condivido quanto dice a proposito del crescere dei toni polemici, in molti casi fino all’aggressione verbale, su temi nei quali persino noi cattolici lasciamo a volte spazio a commenti acidi ed acrimoniosi.
    Non mi sembra però sia questo il caso della critica di Manfredini (RC) a quanto sostenuto dal pur validissimo Gotti Tedeschi, uomo peraltro di grande cultura ed intelligenza.
    Siamo entrati in una nuova era nella quale stiamo assistendo al crollo di entrambe le ideologie materialiste che hanno dominato il secolo appena trascorso. Da un lato il materialismo storico e, dall’altro, il capitalismo: per entrambe infatti è l’economia che sta al centro della vita dell’uomo ed è proprio questa convergenza ad avere dimostrato tutta l’inconsistenza, nonchè il sostanziale fallimento, delle grandi ideologie novecentesche. Da “la classe operaia deve dirigere tutto” di Mao Tse Tung, a “la Finanza deve dirigere tutto” delle “elite” globaliste (sempre di sinistra) di oggi. Un nuovo pensiero sta muovendo ed esso nasce proprio dalla consapevolezza di quanto sta muovendo,

  3. Pier Luigi Tossani

    Giusto, Direttore… da parte mia, vedo che ormai noi cattolici siamo nella diaspora più totale. Perché è successo? a mio parere, perché la nostra Chiesa cattolica si è dimostrata totalmente incapace di insegnare la Dottrina sociale, o non ha voluto farlo, per sua crisi interna, della quale Bergoglio è l’esempio perfetto.

    Detto questo, non sono sempre stato d’accordo con Gotti, vedi qui:

    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2014/02/20/debito-pubblico-tutti-gli-errori-di-gotti-tedeschi/
    e qui
    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2014/03/07/gotti-tedeschi-non-capisce-perche-renzi-cadra-sul-new-deal/

    Nel suo intervento sull’impoverimento delle famiglie, Gotti ha ragione, e in merito, propongo questo approfondimento sulla possibile soluzione politica e antropologica alla status quo, la “Società partecipativa” secondo Dottrina sociale:

    http://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/wp-content/uploads/2015/09/LA-SOCIETA-PARTECIPATIVA-P-L-Zampetti.pdf

    una cosa che, purtroppo, ancora non conosce nessuno.

    Sul contingente della questione politica attuale, devo dire che della Lega non ci si può fidare, e che non è la soluzione ai nostri problemi, vedi qui

    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2018/12/10/lettera-aperta-a-matteo-salvini-su-tav-progresso-sviluppo-droga-e-aborti/

    e qui
    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2015/03/02/lamministrazione-virtuosa-di-maronilega-lombarda-grida-vendetta-a-renzi-vero-o-falso/

    In questo contesto proibitivo, il “Popolo della Famiglia” sta tentando, faticosamente, di tenere una presenza culturale, e anche politica:

    http://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2017/03/17/politica/la-proposta-del-pdf-il-reddito-di-maternita

    …dopo aver operato, non resta che pregare…

    La saluto cordialmente

  4. Cesaremaria Glori

    Caro Direttore,
    sono pienamente d’accordo. Satana deve essere in forma se riesce a spezzare l’unità dei cattolici romani superstiti e a creare divisioni fra coloro che si rifanno alla Tradizione. Negli ultimi tempi Riscossa Cristiana ha assunto una linea editoriale acrimoniosa e settaria e dimentica di quella caratteristica fondamentale del cattolico nel suo letterale significato di universale e, quindi, di comprensivo delle naturali differenze di stile, di temperamento e di carismi che contraddistingue ogni singolo individuo. Insomma quell’ et et che è e che resta la formula identitaria della cattolicesimo. Peccato! Vorrei invitare quella preziosa rubrica e l’autore di questo bilioso scritto a umilmente ravvedersi e, se ha delle ragioni scientificamente valutabili, ad accettare un confronto serio e sereno con il professor Gotti Tedeschi, allontanando quest’atmosfera di critica preconcetta e malevola, in una parola niente affatto cristiana.

  5. Queste azioni “belliche” contro persone che magari un tempo si apprezzavano e poi, chissà perché, sono diventate bersagli su cui sparare senza tanti complimenti, mi danno l’idea dei dispettucci che si fanno i bambini perché quello che si pensava fosse amico prima, pare diventato più amico di un altro con cui magari si è litigato e non ci si parla più. È vero che bisogna diventare come bambini per entrare nel regno dei cieli, ma bambini nel cuore che batte al suono dell’innocenza, non a quello dell’asprezza e dell’acidità che fanno già parte dell’uomo contaminato dal peccato. Di fronte alle persone intelligenti, gli attacchi gratuiti lasciano il tempo che trovano.

  6. Grazie, carissimo Direttore! I suoi editoriali mi mancavano molto: è sempre più raro infatti leggere articoli, anche se di buon livello culturale, in cui prevalgano equilibrio, buon senso e umanità. Inutile dire che concordo in pieno con quanto ha detto. Il fatto è che davvero, se non prestiamo la dovuta attenzione, tutti noi rischiamo di farci irretire nelle maglie di un’acritica opinione che ci viene propinata senza che vi siano concreti e solidi fatti a sostegno della medesima; ed anche quando i fatti fossero provati, il modo di presentarli dovrebbe essere privo di mailzia, il che purtroppo non è quasi mai.

  7. Carla D'Agostino Ungaretti

    Caro Direttore, quello che lei dice rispecchia in pieno la situazione sociale, politica, interpersonale, umana di questo nostro tempo travagliato. L’allentarsi delle ferree regole di comportamento che vigevano fino a pochi decenni fa ha prodotto tutto questo: non esistono più l’ autocensura, lo scrupolo del rispetto per il prossimo, in una parola: la semplice buona educazione che abbracciava tutti i settori della vita umana. E’ questo uno dei frutti della della cosiddetta democrazia diretta che consente a tutti di dar fiato alla bocca senza fare prima un respiro profondo? Se è così, temo che ci sia poco da fare, perchè significa solleticare gli istinti più bassi dello spirito umano, che è troppo piacevole e divertente assecondare da posizioni nascoste. Io credo che anche questo sia uno dei frutti del “fumo di Satana”.

  8. Non è possibile farsi sempre determinare nel giudizio sui fatti della realtà, dipendiamo dai nostri nemici? Quasi non avessimo un criterio ed una dignità nel formulare questo giudizio. Siamo sempre timorosi e nascosti (dopo la mela). Siamo preoccupati di cosa dica questo o quest’altro. Ci manca il coraggio come diceva Solzenicyn nel discorso ad Harvard.

  9. Verità ed obbiettività vanno di pari passo..per quello che Paolo Deotto
    riesce a “camminare” così bene !

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