Protesta di cento studiosi contro i recenti atti sacrileghi di Papa Francesco

 

Riprendiamo da Corrispondenza Romana, https://www.corrispondenzaromana.it/protesta-di-cento-studiosi-contro-i-recenti-atti-sacrileghi-di-papa-francesco/

 

Protesta di cento studiosi contro i recenti atti sacrileghi di Papa Francesco

 

Un documento in sette lingue contro gli atti sacrileghi commessi da papa Francesco durante il recente Sinodo sull’Amazzonia è stato sottoscritto da cento studiosi, sacerdoti e laici. I firmatari del documento ricordano tra l’altro che il 4 ottobre Papa Francesco ha partecipato ad un atto di adorazione della dea pagana Pachamama nei Giardini Vaticani e il 7 ottobre l’idolo è stato, posto di fronte all’altare maggiore di San Pietro e poi portato in processione nella Sala del Sinodo.

Queste cerimonie sono state condannate come idolatriche o sacrileghe dal cardinale Walter Brandmüller, dal cardinale Raymond Burke dal cardinale Gerhard Müller, dal cardinale Jorge Urosa Savino, dall’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, dal vescovo Athanasius Schneider, dal vescovo José Luis Azcona Hermoso, dal vescovo Rudolf Voderholzer e dal vescovo Marian Eleganti.

Gli studiosi chiedono «rispettosamente a Papa Francesco di pentirsi pubblicamente e senza ambiguità, di questi peccati oggettivamente gravi e di tutte le trasgressioni pubbliche che ha commesso contro Dio e la vera religione, e di riparare questi oltraggi” e “a tutti i vescovi della Chiesa Cattolica di rivolgere una correzione fraterna a Papa Francesco per questi scandali, e di ammonire i loro greggi che, in base a quanto affermato dall’insegnamento della fede Cattolica divinamente rivelato, se seguiranno l’attuale Papa nell’offesa contro il Primo Comandamento, rischiano la dannazione eterna».

Tra i cento firmatari il moralista John F. McCarthy, il teologo Brian W. Harrison, lo storico Roberto de Mattei, il ricercatore John Lamont, il filosofo del diritto Paolo Pasqualucci, il medievalista Claudio Pierantoni, il patrologo John Rist, il filosofo Josef Seifert, lo storico Henry Sire, la principessa Gloria Thurn und Taxis, il filosofo Giovanni Turco, lo studioso Jose Antonio Ureta e John-Henry Westen, cofondatore del sito LifeSiteNews.

 

PROTESTA CONTRO GLI ATTI SACRILEGHI DI PAPA FRANCESCO

Noi sottoscritti chierici, studiosi e intellettuali cattolici, protestiamo e condanniamo gli atti sacrileghi e superstiziosi commessi da Papa Francesco, il Successore di Pietro, durante il recente Sinodo sull’Amazzonia tenutosi a Roma.

Questi atti sacrileghi sono i seguenti:

  • Il 4 ottobre Papa Francesco ha partecipato ad un atto di adorazione idolatrica della dea pagana Pachamama[1].
  • Ha permesso che questo culto avesse luogo nei Giardini Vaticani, profanando così la vicinanza delle tombe dei martiri e della chiesa dell’Apostolo Pietro.
  • Ha partecipato a questo atto di adorazione idolatrica benedicendo un’immagine lignea della Pachamama[2].
  • Il 7 ottobre, l’idolo della Pachamama è stato posto di fronte all’altare maggiore di San Pietro e poi portato in processione nella Sala del Sinodo. Papa Francesco ha recitato preghiere durante una cerimonia che ha coinvolto questa immagine e poi si è unito a questa processione[3].
  • Quando le immagini in legno di questa divinità pagana sono state rimosse dalla chiesa di Santa Maria in Traspontina, dove erano state collocate sacrilegamente, e gettate nel Tevere da alcuni cattolici oltraggiati da questa profanazione della chiesa, Papa Francesco, il 25 ottobre, si è scusato per la loro rimozione, e una nuova immagine di legno della Pachamama è stata restituita alla chiesa[4]. In tal modo è incominciata un’ulteriore profanazione.
  • Il 27 ottobre, nella Messa conclusiva del Sinodo, ha ricevuto una ciotola usata nel culto idolatrico della Pachamama e l’ha collocata sull’altare[5].

Lo stesso Papa Francesco ha confermato che queste immagini in legno sono idoli pagani. Nelle sue scuse per la rimozione di questi idoli da una chiesa Cattolica, li ha chiamati specificamente Pachamama[6], nome di una falsa dea della madre terra secondo una credenza religiosa pagana del Sud America.

Svariate caratteristiche di queste cerimonie sono state condannate come idolatriche o sacrileghe dal cardinale Walter Brandmüller, dal cardinale Gerhard Müller, dal cardinale Jorge Urosa Savino, dall’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, dal vescovo Athanasius Schneider, dal vescovo José Luis Azcona Hermoso, dal vescovo Rudolf Voderholzer e dal vescovo Marian Eleganti[7]. Infine, anche il cardinale Raymond Burke ha dato la stessa interpretazione in un’intervista[8].

Questa partecipazione all’idolatria è stata preceduta dalla dichiarazione intitolata “Documento sulla Fraternità Umana”, firmata da Papa Francesco e Ahmad Al-Tayyeb, il Grande Imam della Moschea di Al-Azhar, il 4 Febbraio 2019[9]. Questa dichiarazione affermava:

“Il pluralismo e la diversità di religioni, colore, sesso, razza e linguaggio sono voluti da Dio nella Sua saggezza, attraverso la quale ha creato gli esseri umani. Questa saggezza divina è la fonte da cui discende il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi”.

Il coinvolgimento di Papa Francesco nelle cerimonie idolatriche indica che egli intendeva dare a questa affermazione un senso eterodosso, il quale consente che l’adorazione pagana di idoli venga considerata un bene voluto da Dio in senso positivo.

Inoltre, nonostante egli abbia informato privatamente il vescovo Athanasius Schneider che “Tu [il Vescovo] puoi dire che la frase in questione sulla diversità delle religioni vuole significare la volontà permissiva di Dio …”[10],Francesco non ha mai corretto in questo senso l’affermazione di Abu Dhabi. Nel suo successivo discorso nell’udienza pubblica del 3 aprile 2019, Francesco, rispondendo alla domanda “Perché Dio permette che ci siano tante religioni?”, al riguardo ha fatto riferimento alla “volontà permissiva di Dio” come spiegato dalla teologia Scolastica, ma ha dato al concetto un significato positivo, dichiarando che “Dio ha voluto permetterlo” perché, nonostante “ci siano tante religioni” esse “guardano pur sempre al cielo, guardano a Dio” (enfasi nostra)[11]. Non c’è il minimo riferimento al concetto che Dio permetta l’esistenza di false religioni, allo stesso modo in cui permette l’esistenza del male in generale. Anzi, la chiara implicazione è che Dio permette l’esistenza di “tante religioni” perché sono buone in quanto “guardano pur sempre al Cielo, guardano a Dio”.

Peggio ancora, Papa Francesco da allora ha confermato la mai smentita dichiarazione di Abu Dhabi istituendo un “comitato interreligioso”[12], poi ufficialmente chiamato “Alto Comitato” (“Higher Committee”)[13], con sede negli Emirati Arabi Uniti, per promuovere gli “obiettivi” del documento;e promuovendo una direttiva del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso indirizzata ai direttori di tutti gli Istituti superiori di istruzione cattolici, e indirettamente a tutti professori universitari cattolici, chiedendo loro di dare “la più ampia diffusione possibile” al documento, compresa la sua affermazione, mai corretta, che Dio vuole la “diversità delle religioni” proprio come vuole la diversità di colore, sesso, razza e lingua[14].

L’autorizzazione ad adorare chiunque o qualsiasi cosa diversa dall’unico vero Dio, la Santissima Trinità, è una violazione del Primo Comandamento. Certamente ogni partecipazione a qualsiasi forma di venerazione degli idoli è condannata da questo Comandamento ed è un peccato oggettivamente grave, indipendentemente dalla colpevolezza soggettiva, che solo Dio può giudicare[15].

San Paolo insegnò alla Chiesa primitiva che il sacrificio offerto agli idoli pagani non era offerto a Dio ma piuttosto ai demòni quando disse nella sua Prima Lettera ai Corinzi:

“Che cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è qualche cosa? O che un idolo è qualche cosa? No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni” (1 Cor. 10, 19-21).

Con queste azioni Papa Francesco è incorso nella reprimenda emanata dal Secondo Concilio di Nicea:

“Molti pastori hanno distrutto la mia vigna, hanno contaminato il mio territorio. Poichè seguirono uomini empi e, confidando nelle loro proprie follie, calunniarono la santa Chiesa, che Cristo nostro Dio ha preso per Sua sposa, e non riuscirono a distinguere il santo dal profano, affermando che le icone di nostro Signore e dei Suoi santi non fossero diverse dalle immagini lignee di idoli satanici”[16].

Con immenso dolore e profondo amore per la Cattedra di Pietro, imploriamo Dio Onnipotente di risparmiare ai membri colpevoli della Sua Chiesa sulla terra, la punizione che meritano per questi terribili peccati.

Chiediamo rispettosamente a Papa Francesco di pentirsi pubblicamente e senza ambiguità, di questi peccati oggettivamente gravi e di tutte le trasgressioni pubbliche che ha commesso contro Dio e la vera religione, e di riparare questi oltraggi.

Chiediamo rispettosamente a tutti i vescovi della Chiesa Cattolica di rivolgere una correzione fraterna a Papa Francesco per questi scandali, e di ammonire i loro greggi che, in base a quanto affermato dall’insegnamento della fede Cattolica divinamente rivelato, se seguiranno il suo esempio nell’offesa contro il Primo Comandamento, rischiano la dannazione eterna.

9 Novembre 2019

In Festo dedicationis Basilicae Lateranensis
“Terribilis est locus iste: hic domus Dei est et porta caeli; et vocabitur aula Dei”

 

Continua la lettura con l’elenco dei firmatari e le note cliccando su https://www.corrispondenzaromana.it/protesta-di-cento-studiosi-contro-i-recenti-atti-sacrileghi-di-papa-francesco/

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3 commenti su “Protesta di cento studiosi contro i recenti atti sacrileghi di Papa Francesco”

  1. Gaetano Fratangelo

    Questo Papa ha strumentalizzato un concetto della teologia Scolastica riguardo la volontà permissiva di Dio ma eliminando il riferimento al male.
    Avendo già affermato che Dio permette le altre religioni, esse, appaiono, di conseguenza, un bene derivante da Dio! La mistificazione è il filo conduttore di questo pontificato, come il citare Papi a propria utilità concettuale o riferirsi al Vangelo per una finta misericordia. Non si tratta di singole eresie ma di conclamata idolatria tale da ipotizzare l’apostasia.

  2. IL CAMERATA PROFESSORE

    Mi stupisce però che gli estensori della lettera si rivolgano a “lui” chiamandolo ancora “Papa Francesco”…..ma chiamatelo antipapa Bergoglio!

    1. Carla D'Agostino Ungaretti

      Caro amico Camerata, temo sia impossibile chiamare Francesco “Antipapa Bergoglio” perché cadremmo automaticamente nello scisma e nell’eresia. Lei se la sente? Io sinceramente no, perché Bergoglio è stato eletto giuridicamente e legittimamente socondo le norme del diritto canonico, anche se, forse, in quel conclave i cardinali non hanno dato molto retta allo Spirito Santo. Per quanto mi riguarda cerco di non leggere più le notizie riguardanti il papa, per non scoppiare in lacrime.

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