Referendum. Perché votare NO. Laporta, Giorgetti, Formigoni, Sgarbi, Nordio

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Cari amici e lettori,

a una settimana dal voto vi proponiamo le ragioni per il NO al referendum, esposte da personaggi che si sono impegnati per fare chiarezza sull’imbroglio del 20 settembre.

 

Riprendiamo dal sito Stilum Curiae di Marco Tosatti, un articolo di Piero Laporta:

Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, fra qualche giorno saremo chiamati a dare la nostra opinione su un referendum che vorrebbe, oltre a tagliare il numero dei parlamentari, apporre modifiche importanti al nostro sistema democratico. Personalmente, ritengo che sia una polpetta avvelenata, e voterò no. Ma queste poche righe sono di introduzione a una breve riflessione del generale Piero Laporta, che condividiamo e offriamo alla vostra attenzione. Buona lettura. 

§§

 

I veri cristiani devono votare NO perché:

  1. M5S è il nemico principale dei veri cristiani, della famiglia e dell’Italia
  2. Quanto fa male a M5S fa bene all’Italia, alla democrazia e all’economia
  3. Fin dai tempi del Britannia – 2 giugno 1992 – Grillo, Casaleggio & C. perseguono la denigrazione del Parlamento sovrano
  4. La Costituzione fu modificata sedici volte. Tre quarti degli emendamenti successivi al Trattato di Maastricht e idonei a sottometterci al IV Reich
  5. Questo referendum è diretta conseguenza della sconfitta di Matteo Renzi al referendum precedente
  6. M5S va più lento: per ora riduzione del Parlamento; poi proporrà un’ulteriore modifica per arrivare dove voleva giungere Renzi e sottometterci ai “paesi furfanti” e al IV Reich
  7. «Se di frequente aggiungi poco al poco, presto il poco diventerà tantissimo» (Esiodo)
  8. La Costituzione deve essere riformata, non rattoppata a vantaggio delle medesime cricche che la oltraggiano almeno dal 1992
  9. Poveri, terrorizzati e schiavi per fare felice la cricca del Sì
  10. Salvini, Meloni e Berlusconi votano Sì? Signore perdona loro perché sanno quello che fanno.

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Dal sito di Repubblica, il parere di Giancarlo Giorgetti:

L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio e tra i principali esponenti del partito dice: “Deriva da evitare con forza, così limiteremmo di parecchio la volontà popolare”

Il leghista Giancarlo Giorgetti voterà “No” al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. “Il 20 e 21 settembre si voterà per le Regionali in alcune parti d’Italia, per i Comuni e anche per il referendum sul taglio dei parlamentari. Non so cosa voterete voi, ma posso dirvi come voterò io. Voterò No, convintamente”, ha detto l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in un comizio ieri a Vittuone, nel Milanese. “Un semplice taglio dei parlamentari in assenza di altre riforme è improponibile. Il sistema maggioritario, visto che si parla tanto di Europa, ha sempre funzionato benissimo”, ha spiegato il vicesegretario della Lega, stando a quanto riferito da Ticino notizie.

“Tagliare del 40% i parlamentari darebbe un potere senza limite alle segreterie di partito, limitando di parecchio la volontà popolare. È una deriva da evitare con forza – ha affermato -. Anche perché sarebbe un favore ad un governo in difficoltà, incapace di gestire il contraccolpo economico al sistema Italia di questo periodo e in evidente imbarazzo in vista dei prossimi mesi, che saranno durissimi. Il governo Conte è inadeguato. Ed è anche per questo che voterò ‘no'”.

Uscito allo scoperto un big come Giorgetti, c’è il rischio che il fronte del No dentro alla Lega esca allo scoperto: il leader Matteo Salvini in un primo momento si era schierato per il sì. Successivamente, come ha fatto Silvio Berlusconi per Forza Italia, ha lasciato libertà di scelta ai suoi. Le parole di Giorgetti confermano che nel partito il tema fa discutere e non va sottovalutato, anche perché offre l’immagine di un centrodestra spaccato alle urne. Ad esempio, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è rimasta ferma sul sì.

E così, dopo Giorgetti, è il senatore leghista Gian Marco Centinaio che all’Adnkronos dice: “Io voterò No. Non ho partecipato a nessuna votazione in Aula, al Senato, per non mettere in imbarazzo i colleghi e il partito. Sono fermamente convinto che questa non sia la riforma giusta della nostra Costituzione”. Per Centinaio i tanti no non creeranno “nessun imbarazzo a Matteo Salvini” e non “ci sarà nessun problema neanche per la tenuta della coalizione di centrodestra” perché “gli italiani considerano il referendum marginale rispetto alla vita politica del nostro Paese: è una cosa che interessa solo alcuni dirigenti del Movimento Cinque Stelle, visto che tanti parlamentari 5S in sede separata confidano che voteranno no”.

 

Dal sito sabinopaciolla.com, Roberto Formigoni:

Formigoni: Con il referendum i 5Stelle vogliono eliminare la democrazia rappresentativa

di Lucia Comelli

 

Lunedì sera ho ascoltato con molto piacere Roberto Formigoni intervenire, in un incontro online, sulla proposta dei Cinque Stelle di ridurre il numero dei parlamentari: Vuol dire – ha esordito nel suo intervento l’ex governatore della Lombardia – rendere impossibile ogni rapporto tra l’eletto del popolo, deputato o senatore che sia, e il popolo stesso che lo ha eletto. Se anche fosse Superman, come potrebbe un parlamentare tenere i rapporti rispettivamente con 150.000 o con 300.000 abitanti? Assolutamente impossibile! Viceversa: Come potrebbero quegli abitanti “anche solo sperare di poter raggiungere il loro parlamentare per segnalargli un problema, un’esigenza?”. La riduzione del numero parlamentari renderebbe praticamente impossibile ogni rapporto – già ora molto difficile – tra la popolazione e i propri rappresentanti.

Del resto, “è esattamente questo, uno degli obiettivi che i Cinque Stelle vogliono raggiungere: quello di eliminare la democrazia rappresentativa”che considerano un retaggio del passatoper favorire l’avvento della democrazia diretta … Ma che cos’è – concretamente – la democrazia direttaNeppure loro sanno spiegarlo! Lo stesso tentativo deigrillini di consultare su alcune questioni la popolazione italiana, nel sito gestito da Casaleggio, si è rivelato fallimentare: su circa 60 milioni di abitanti, hanno risposto – per loro stessa ammissione – non più di 30.000/40.000 persone.

In realtà “l’unica democrazia che la storia della politica conosce è la democrazia rappresentativa”,quella cioè per cui i cittadini eleggono i propri rappresentanti, chiamandoli a sostenere pubblicamente le loro convinzioni ed istanze, per poi – ad ogni tornata elettorale – confermarli – se soddisfatti del loro operato – o in caso contrario bocciarli con il voto.

Un secondo obiettivo dichiarato dalla proposta deiCinque Stelle è quello del risparmio: il Parlamento costerebbe troppo! L’Ufficio della Camera dei deputati ha quantificato con esattezza l’entità di tale economia: tagliando 345 parlamentari si risparmierebbero 57 milioni di euro annuali, cioè meno di un euro a testa per persona, cioè meno del costo di un caffè all’anno … Questi signori, tuttavia – che per amore del risparmio vogliono una democrazia su scala ridotta – non hanno diminuito lo stipendio degli altri parlamentari, anzi – durante la pandemia – hanno costituito una serie infinita di task force: Conte, ad esempio, ha scelto e arruolato quasi 500 persone e le hanno lautamente pagate per lavorare (ammesso che abbiano lavorato) al posto dei parlamentari (che si sono riuniti pochissimo, rimanendo così sottoutilizzati: e questo sì che è uno spreco!). Tutte le decisioni sulla pandemia sono state prese dal consiglio dei ministri, o forse dal solo Conte, e poi comunicate direttamente al Paese, sulla base del parere di esperti scelti in modo assolutamente discrezionale dal governo stesso e quindi ad esso legati, senza coinvolgere in tali scelte il Parlamento.

Si tratta di un referendum pensato e messo in piedi dai grillini per indebolire ulteriormente l’assemblea parlamentare: ricordiamo che essi si sono fatti eleggere con l’intento di “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno” e coerentemente con questo intento, fanno le loro scelte, ma un regime che prende decisioni senza il controllo di un Parlamento è una dittatura, l’espressione politica di una oligarchia economica e finanziaria interessata all’indebolimento della democrazia.

Si potrebbe obiettare che questo Parlamento, comunque, funziona male: è vero, ma allora bisogna farlo funzionare meglio, cioè scegliere con più oculatezza i suoi componenti, non abbatterlo! Bisogna che i parlamentari – come affermo anche nell’intervista rilasciata alcuni giorni fa a Libero – tornino ad essere scelti dagli elettori, perché solo in questo modo, reintroducendo cioè il voto di preferenza, essi si sentiranno obbligati verso i cittadini che li hanno eletti (e non verso le segreterie di partito)!

Su questa riforma costituzionale, proposta daiCinque Stelle esiste nei partiti una grande confusione. Nell’ultima discussione alla Camera, tutti i parlamentari (anche quelli del Pd, che si era inizialmente dichiarato contrario alla riforma) hanno votato in Parlamento a favore della propria riduzione: solo in 14 coraggiosi (su un totale di 630) si sono opposti!

Tutti i leader politici, anche dell’opposizione, si sono pronunciati a favore, temendo che l’elettorato li identifichi altrimenti con la casta! Hanno sbagliato clamorosamente!

Molti parlamentari e militanti, persino tra i Cinque Stelle, si stanno tuttavia rivoltando in questi giorni alle direttive dei loro partiti.

Io vorrei in particolare rivolgermi ai leader dell’opposizione, a Salvini e alla Meloni: non illudetevi che una sconfitta, alle elezioni regionali, faccia cadere questo governo! Non accadrebbe neppure se il centro destra stravincesse … Solo se vincessero i no al referendum, i Cinque Stelle, già divisi tra loro, andrebbero in pezzi e con loro salterebbe il governo Conte!

Ricordiamo come 4 anni fa, si sia formata rapidamente una grandissima coalizione che, bocciando il referendum voluto da Renzi, ha finalmente costretto alle dimissioni il suo governo!

Quello attuale è il peggiore governo della storia repubblicana, il più spostato a sinistra: organizziamoci nei 15 giorni che mancano al referendum invitando la gente a votare per il NO! Facciamo in modo, per il bene del Paese, di bocciare una riforma pessima e di mandare questo governo disastroso a casa!

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Carlo Nordio: un pasticcio giuridico costituzionale

 

Vittorio Sgarbi: vota NO contro ipocriti, cretini e bugiardi

 

 

 

 

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