Sequestri e ordinanze, il tempismo dei giudici

Fascicoli aperti e sigilli alle imbarcazioni. Poi lasciate libere di tornare in mare

Sequestri «bluff», tempistiche curiose e le Ong che considerano i giudici italiani come alleati

 

 

Qual è il sistema perfetto per fare sbarcare migranti, anche se clandestini, in Italia? Un decreto di sequestro dei pm, che scorta la nave dei talebani dell’accoglienza in porto e fa scendere tutti. Peccato che dopo un po’ l’imbarcazione della Ong viene dissequestrata e torna a recitare lo stesso copione. Non solo: il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina si perde nei meandri e tempi della giustizia.

E gli estremisti dell’accoglienza, che dovrebbero venire perseguiti, ringraziano, come ha fatto ieri Open Arms con un tweet: «Giorno 1. Quello in cui la giustizia italiana ha restituito alle persone a bordo la loro umanità». La nave della Ong spagnola ha sbarcato 83 migranti grazie al sequestro disposto dalla procura di Agrigento che indaga per omissione e rifiuto di atti di ufficio. Per ora il fascicolo è contro ignoti, ma l’obiettivo è sempre lo stesso, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che non voleva farli scendere.

Guarda caso la svolta, in punta di diritto, è avvenuta quando la Spagna aveva fatto salpare la nave militare Audax, che in tre giorni sarebbe arrivata a Lampedusa per imbarcare tutti i migranti. Pure la tempistica che coincide con l’apertura ufficiale della crisi di governo è curiosa. E l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina passa in secondo piano. Nonostante la capo missione dell’ultima provocazione politica di Open Arms sia Ana Isabel Montes Mier. Il 4 luglio la procura di Ragusa per un caso molto simile del marzo 2018 con la stessa nave e Ong ha chiesto il suo rinvio a giudizio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e «violenza» (morale) per avere obbligato le nostre «autorità a concedere l’approdo in un porto del territorio italiano».

La ciliegina sulla torta della beffa è la dichiarazione di ieri della vice premier spagnola Carmen Calvo: «Open Arms non ha il permesso di salvare» migranti. Per questo motivo rischia una multa di 901mila euro. Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, è recidivo nel sequestro che fa sbarcare tutti. Il 19 maggio ha fatto entrare in porto con lo stesso metodo nave Sea watch 3 permettendo lo sbarco dei 65 migranti a bordo rimasti in Sicilia e non redistribuiti dall’Europa. Il tutto era avvenuto con il ministro Salvini in diretta su La 7, che continuava a ribadire la chiusura dei porti. La Sea watch 3 viene dissequestrata il 10 giugno e gli irriducibili tedeschi sono di nuovo in mare con la capitana Carola Rackete, che recupera migranti ed entra a forza a Lampedusa. La nave adesso è sotto sequestro, ma non durerà molto. Il primo stop lo aveva subito il 28 gennaio. Tre settimane dopo era di nuovo libera di partire.

Il «bluff» è evidente anche con la Mare Jonio degli estremisti italiani dell’accoglienza bloccata due volte in pochi mesi dalla procura di Patronaggio. Il 12 agosto è arrivato puntuale l’ultimo dissequestro e l’annuncio della Ong, che la nave tornerà in mare nonostante multe e divieti.

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fonte: Il Giornale

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2 commenti su “Sequestri e ordinanze, il tempismo dei giudici”

  1. Gaetano Fratangelo

    Sequestri strumentali, strane tempistiche di sbarchi e decreti sicurezza disapplicati con motivazioni fantasiose.
    Inoltre, si persegue il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ma non il reato principale, ovvero la commissione di immigrazione clandestina di chi sbarca!
    Si assiste, in tal modo, ad una serie di omissione di atti di ufficio, contravvenendo all’art. 101 della Costituzione, ovvero il giudice è soggetto alla legge (ed alla sua applicazione).
    Politici, magistrati, o.n.g. ed altri attori sono pedine di burattinai delle elitès globaliste.

  2. Gaetano Fratangelo

    Il disegno globalista di cancellare le identità, di mescolare le culture e creare un pensiero unico, si serve di magistrati, delle o.n.g., di politici, dei giornalisti e della Chiesa.
    Oltre il “braccio armato”, viene attuata una apposita strategia della comunicazione.
    Il “salvare vite in mare” e “umanità” è un grande imbroglio mediatico.
    Viaggi organizzati sin dai vari Stati, appuntamenti in mare, immancabile presenza di donne incinte e minori in ogni imbarcazione.
    Vi è una “catena criminale”, come ha già affermato il Dr. Zuccaro, magistrato di Catania.
    Nel teatrino degli sbarchi “telecomandati”, manca un particolare: appare il reato di favoreggiamento di immigrazione clandestina ma non l’immigrato che lo compie.

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