Solidarietà con Danilo Quinto, processato per diffamazione

Ex tesoriere del Partito Radicale, da quando si è convertito alla Fede e ha lasciato il partito, è vittima di un incredibile accanimento giudiziario.

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Il Nuovo Arengario si associa agli amici Giorgio Celsi e Wanda Massa e all’associazione Ora et Labora in Difesa della Vita nell’esprimere piena solidarietà e vicinanza a Danilo Quinto, già tesoriere del Partito Radicale e vittima di una persecuzione giudiziaria da quando, convertitosi, ha lasciato il partito e con diverse pubblicazioni ha fatto conoscere, tra le altre cose, gli incredibili movimenti di denaro tra Radio Radicale e Partito e Lista Pannella, denunciando altresì i disastri provocati nella società dalla mortifera ideologia radicale. Facciamo nostro l’appello a sostenere Danilo Quinto attraverso la preghiera e la divulgazione dei suoi libri.

Paolo Deotto – direttore de Il Nuovo Arengario  

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Esprimiamo la nostra piena solidarietà e vicinanza a Danilo Quinto, vittima di un incredibile accanimento giudiziario, che avrà il suo esito il prossimo 4 febbraio. In tale data il giudice del Tribunale di Roma emetterà la sentenza del processo per diffamazione intentato contro Danilo Quinto per aver utilizzato l’espressione “servo sciocco”, riferita ad un ex deputato radicale, in un libro pubblicato nel 2012.

Ricordiamo che Danilo Quinto, dal 1979 militante e poi dirigente del Partito Radicale, nel 2005 si è dimesso dalla carica di Tesoriere dei Radicali Italiani e ha abbandonato il partito, in seguito alla propria conversione al cattolicesimo.

Una decisione coraggiosa, che gli sta costando molto cara.

Riguardo a quest’ennesima tappa del proprio calvario giudiziario, egli stesso ha commentato in una recente intervista:

“Mi aspettavo che eventuali reazioni ci fossero alle affermazioni gravissime che ho scritto in Da servo di Pannella a figlio libero di Dio – per esempio, relative alla denuncia che presentai nel 2006, allo stesso giudice che mi aveva rinviato a giudizio per appropriazione indebita, nella quale tra l’altro documentavo di trasferimenti ricevuti dal Partito Radicale da Radio Radicale e contestualmente girati da me alla Lista Pannella (cinque miliardi nel 1999), che avrebbero potuto costituire uso di denaro pubblico a fini privati – invece mi ritrovo da sette anni a dover rispondere di una benevola espressione metaforica di stile goldoniano. Rispetto all’esito di questo processo sono sereno. Da tredici anni, da quando mi sono dimesso da Tesoriere del Partito Radicale, ho sempre pregato per coloro che mi considerano un nemico, ma non sono disposto, per fede solo in Cristo e nella Verità, a tacere sull’opera disastrosa che la loro ideologia, con la complicità di molti cattolici, ha prodotto nella società italiana”.

Nel rinnovare la nostra stima a Danilo Quinto, invitiamo gli amici a sostenerlo attraverso la preghiera e la divulgazione dei suoi libri, che contribuiscono a smascherare quella cultura di morte, che sta conducendo l’Occidente alla rovina.

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https://www.fedecultura.com/Da-servo-di-Pannella-a-figlio-libero-di-Dio-p87184148

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3 commenti su “Solidarietà con Danilo Quinto, processato per diffamazione”

  1. Mi associo agli auspici di tutti gli Amici del giornalista. Ricordo l’esortazione di Benedetto XVI, “Non stancarsi mai di pregare Dio per chiedere giustizia”. Il Signore incarna Bontà e Giustizia, in Lui trova compimento ogni umano sforzo, la verità trionfa. Questa è la nostra Fede che alimenta la speranza di salvezza per ogni essere umano perseguitato, offeso, sofferente. Sacro Cuore di Gesù confido e spero in Te. Vergine Santissima intercedi per ciascuno dei Tuoi figli. Così sia.

  2. Carla D'Agostino Ungaretti

    Sono totalmente solidale con l’amico Danilo Quinto, la cui vicenda è l’ennesima dimostrazione dell’arrogante superbia dei radicali. Ho letto tutti i suoi libri e l’ho anche incontrato personalmente alla Fondazione Lepanto. Lo ammiro incondizionatamente per la forza morale che dimostra nel fronteggiare la persecuzione di cui è vittima e che gli proviene direttamente da Dio. Vorrei avere una briciola della sua fede: non so se io avrei avuto la sua stessa forza nel perdonare i suoi persecutori.

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