A TORINO, LA DESTRA AL CONFINO
Argomentava uno scrittore della mia giovinezza –
anni Settanta, violenza e saggezza –
che in Italia la libertà vola:
basta che resti pensiero e non si faccia parola.
Mezzo secolo da quei tempi è passato,
ma nulla sembra sia mutato:
i fascisti devono restare nelle fogne
e mai, poi mai hanno qualche ragione.
A Torino – Salone del Libro celebrato –
uno stand ad un’editrice di destra vien affittato;
e subito si alzano i lai dei mal pensanti,
sinistre e para cattolici, pazzi tutti quanti.
E la polemica monta, con la stampa di regime,
che dell’ ideologia è proprio il mangime,
ed Altaforte vien cacciata dal Salone,
con tanto di satanica maledizione.
Ci volevano due politici che fan rima con cretino –
giusto Chiamparino e la nefasta Appendino –
per dar lezioni di democrazia,
lor vestiti di violenza ed ipocrisia.
E certo col lor comunicato i cigiellini
pensano che gli altri sian solo cretini:
lor stalinisti della prima ondata,
protagonisti di soprusi ad ogni giornata.
Ma il vero obiettivo di tanto baccano
è Matteo Salvini, il vice premier “strano”,
che osa combatter le mafie dell’accoglienza
e promette alla canapa zero residenza.
Ma ecco – sorpresa delle sorprese –
una notizia fra le più inattese:
l’ intervista a Salvini, pubblicata da Altaforte,
ha sbancato le vendite, ha sconfitto la sorte.
Ma resta la certezza che viviamo in una dittatura –
di sinistra, sciagurata, una vera sciagura –
e finché beliamo senza reagire
per i nostri nipoti sarà un fosco avvenire.
1 commento su “Torino, Salone del libro e “democrazia” – la parola al Menestrello”
Alla democrazia sinistra che c’è ora devo ammettere che preferisco di gran lunga la terribile dittatura di destra di Casa Pound, Altaforte, ecc.
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