Vietate le opinioni contrastanti? L’ultima idea di Umberto Galimberti

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di Franz Becchi

 

Con il progressivo affermarsi del nuovo modello di società che si sta costituendo, i fautori di questo sistema hanno iniziato a gettare le maschere. Non sembra esserci più alcun pudore nel mondo dell’informazione, tra quotidiani e salotti televisivi, dove il pensiero unico si instaura senza particolari opposizioni. Fino a poco tempo fa, le tesi che criticavano l’operato del governo venivano schernite e prese in giro, rappresentando intellettuali di un certo livello come dei poveri imbecilli, non in grado di comprendere la situazione. D’un tratto, i pensieri non allineati sono però diventati pericolosi: il dibattito – sempre che si possa definire tale – al momento riguarda infatti se sia opportuno o meno invitare nelle trasmissioni televisive i vari “no vax”, “no green pass”, i più recenti “no terza dose”, e via dicendo.

Da Monti a Mentana

Tutto è iniziato con le dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio Mario Monti, il quale durante un noto programma televisivo, aveva lanciato la proposta di “una comunicazione meno democratica” riguardo ai temi pandemici, attraverso la “somministrazione dell’informazione” ai cittadini. Il giornalista Enrico Mentana ha invece scritto in un post su Facebook di essere onorato per “non aver mai ospitato” nel suo tg “nessun esponente no vax”. Termine che, come tutti gli altri coniati da circa due anni a questa parte dai media generalisti, tende a fare di tutta l’erba un fascio, sopprimendo in questo modo le opinioni contrastanti.

Vietato nutrire dubbi?

Basti pensare al microbiologo Andrea Crisanti, forte sostenitore del lockdown a inizio pandemia e quindi ospitato nei maggiori programmi. Tuttavia, da quando Crisanti ha espresso dubbi sulla vaccinazione dei bambini, ecco che la sua voce ha presto perso di rilevanza. Le ultime dichiarazioni choc provengono dal professor Umberto Galimberti. Secondo Galimberti, il dibattito riguardo al vaccino creerebbe una “tifoseria”. “Non è una partita dell’Inter o del Milan”, afferma Galimberti. Il filosofo rincara la dose e dichiara che non darebbe la parola a chi esprime posizioni contrarie al vaccino e al Green Pass. Insomma, la “tifoseria” non va bene a Galimberti, ma a quanto pare va bene una fede religiosa indiscutibile riguardo a un siero che sta scientificamente mostrando tutti i suoi limiti.

I trascorsi di Galimberti

Non si capisce poi perché alcuni siano autorizzati a parlare e altri no, e inoltre chi sia autorizzato a decidere chi è il prescelto degno di esprimere la propria opinione. Basta essere filogovernativi per potersi esprimere? Non si tratta forse di censura? Curiosa poi l’origine del personaggio “Galimberti”, che nel 2011 era stato ufficialmente richiamato dall’Università di Venezia, di cui era professore. Al filosofo è stato infatti chiesto di attenersi alle corrette regole di citazione degli scritti di altri autori. L’editorialista di Repubblica si è infatti reso protagonista di molteplici plagi all’interno dei suoi volumi. Dalle frasi rubate a Giulia Sissa, parafrasate nel suo libro “L’ospite inquietante”, fino alle scopiazzate ai danni di Herbert Marcuse, prevalenti in “Heidegger – Jaspers e il tramonto dell’Occidente”. Insomma, ci si chiede quale sia stato il percorso che ha portato Galimberti a ricevere prima illustri cattedre, e che lo ha poi consacrato nei salotti televisivi. E perché dovrebbe essere proprio il professore a decidere chi può esprimere opinioni, e chi no?

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fonte: ByoBlu

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1 commento su “Vietate le opinioni contrastanti? L’ultima idea di Umberto Galimberti”

  1. Il prof. Galimberti pare se ne intendesse di plagi (e di tipo ben peggiore!) già ai tempi della sua docenza liceale nei lontani anni ’70.
    Era vox populi che, abusando della sua cultura, prestigio e autorità, corrompesse studenti ambosessi, portandoseli singolarmente a casa per chissà quali arcani ammaestramenti.
    Se queste voci sono veritiere, non faccio fatica ad immaginare chi gli sia alleato nella formidabile carriera di “filosofo”.

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