Nel dramma odierno il nostro ritratto di famiglia

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Stiamo vivendo un dramma, certo, ma è una caratteristica umana quella di cercare di ricavare informazioni, insegnamenti e conferme anche dalle situazioni più difficili, forse soprattutto da queste.

Quando si diceva che il governo Monti aveva depauperato il sistema-Italia così come i bilanci familiari degli italiani, non si faceva della polemica a buon mercato. L’enorme difficoltà del SSN nel far fronte all’odierna epidemia trae origine per l’appunto dalle lacrime e sangue volute da quel governo genuflesso all’Europa, la cui politica economica è stata via via confermata dai successivi. Il risparmio all’osso non poteva colpire che i comparti con le maggiori dotazioni, e quindi prima di tutto la Sanità. Questo sistema è ora in enorme affanno: mancano letti (27.000 in meno dai tempi precedenti alla “cura” Monti) e mancano gli strumenti: dalle apparecchiature per  la ventilazione polmonare alle mascherine e ai guanti, passando per i celebri e introvabili tamponi. I reparti ospedalieri hanno subito una ristrutturazione tale che la maggior parte dei servizi sono sospesi o assai difficilmente fruibili, come ben sa l’incauto che in questi giorni si rivolge all’ospedale per prenotare una radiografia o una visita specialistica. Da tutto questo, unitamente ad altri e ben più recenti errori di cui tacere è bello, la palese, drammatica insufficienza delle misure di contrasto e di gestione: non è umano morire in un letto d’ospedale senza un volto familiare vicino, non è umano essere sepolti più o meno come si seppellisce un cane.

Povertà di strumenti dunque, ma anche di previdente organizzazione:   questa pure è una caratteristica della stirpe. Semplicemente, nessuno aveva creduto che potesse scoppiare un’epidemia come questa. Forse si pensava fosse un accidente di altri tempi: un evento libresco come la peste del Boccaccio o quella del Manzoni o del Defoe, o tutt’al più come la Spagnola degli anni ’20 del secolo scorso …
Pensare che avevamo un gioiello, ed era la Protezione Civile organizzata attorno a quell’uomo che anche oggi è voluto  scendere in trincea, sospintovi solo dalla sua coscienza. Dissero che costava troppo, ma la distrussero per motivi politici e invidia personale, l’eterna invidia degli uomini da poco. Oggi sarebbe stata un bazooka formidabile, mentre quella che ci rimane, al di là della buona volontà dei singoli, è appena un dignitoso strumento.

Ma aver richiamato la figura di Bertolaso serve a ricordare quello che è da sempre la nostra carta vincente: l’elemento umano. Mi riferisco, naturalmente, all’abnegazione che non è retorico definire eroica di medici e infermieri, mandati al fronte dei reparti spesso senza protezioni, cui neppure spettavano quei tamponi che invece a noti e ridanciani politici erano stati concessi al primo starnuto. Medici e infermieri che hanno sacrificato la vita, accanto ai quali è giusto ricordare anche i tanti sacerdoti che hanno fatto la stessa fine, chiamati dalla loro fede a dare sollievo alle anime tanto quanto il personale sanitario lo dava ai corpi.

Non tutti eroi, certo. Ci sono anche i sanitari che marcano visita in gruppo, i pescecani che vendono mascherine e disinfettanti a prezzi stellari: sono gli equivalenti degli imboscati, dei borsari neri e delle quinte colonne del tempo di guerra. E anche questo ci appartiene: una percentuale di italiani – che  non è possibile quantificare ed è anche inutile farlo – riottosi a qualunque disciplina,  a qualunque spirito di sacrificio, a qualunque senso del dovere: individualisti non nel senso che pensano con la propria testa, ma che hanno in testa solo il guicciardiniano particulare, o, per togliergli ogni traccia di nobiltà,  l’interesse proprio e al massimo del clan cui appartengono. Ci vorrebbe, per questo popolo di santi e dannati, una guida illuminata. E non  un uomo da fan site.
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Alfonso Indelicato
Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

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