Arrivano le chiusure ma non i ristori: il governo Draghi sembra un Conte ter

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di Michele Crudelini

 

Tu mi chiudi, tu mi paghi. È stato questo lo slogan fatto proprio da tutte le categorie economiche che da un anno a questa parte si sono dovute confrontare con l’incubo delle restrizioni.

Nuove chiusure, ma i ristori tentennano

Uno slogan che è stato poi fatto proprio da alcuni partiti politici prima all’opposizione e ora entrati nel Governo Draghi, come la Lega e Forza Italia. Questi partiti avevano infatti contestato al Governo Conte di aver sempre proceduto all’introduzione delle restrizioni senza prima aver garantito un giusto corrispettivo economico.

Eppure anche con il nuovo Governo Draghi, e l’ingresso nell’esecutivo di queste forze politiche, la situazione non sembra essere cambiata. Con il nuovo DPCM in arrivo si inaspriscono infatti le misure di contenimento con nuovi danni alle attività economiche.

Per esempio d’ora in avanti nelle zone rosse si prevede anche la chiusura dei parrucchieri. C’è poi l’introduzione delle zone cosiddette arancione scuro, dove la libertà di spostamento ancora più limitata andrà ulteriormente a colpire le attività economiche. Nel frattempo permarranno tutti i divieti preesistenti, come la chiusura dei bar, ristoranti e pub in zona gialla dalle 18 in avanti.

Nessuna notizia sul decreto sostegno

A fronte di questa nuova ondata di chiusure non sembra però essere ancora pronto il corrispettivo sostegno economico che molti si sarebbero aspettati. L’unica notizia certa che si ha è il cambio di nome per la tipologia di aiuti che il Governo Draghi intende fornire. Non si chiamerà più decreto ristori, ma decreto sostegno.

Il semplice cambio di abito non soddisfa però gli esercenti che già da questa settimana si trovano a dover affrontare nuove difficoltà. Quando sarà pubblicato il decreto? Non si sa. Quanti soldi prevede? Non si sa. Chi potrà accedere a questi nuovi aiuti? Nemmeno questo è dato sapere.

Chiunque possieda un’attività economica sa benissimo come informazioni chiare, precise, ma soprattutto tempestive facciano la differenza nella necessaria programmazione di cui qualsiasi azienda ha bisogno per poter sopravvivere. Ci sono stipendi da pagare, merci da comprare e affitti da coprire.

Quali differenze tra Conte e Draghi?

Ed è per questo motivo che un vero cambio di passo del Governo Draghi, rispetto al precedente, avrebbe dovuto essere rappresentato dall’anticipazione del decreto sostegno rispetto al DPCM su nuove restrizioni. Perché il nuovo slogan giusto sarebbe dovuto essere “Prima mi paghi e poi mi chiudi”.

La strategia del Governo Draghi per gli aiuti alle imprese sembra essere quindi in perfetta linea di continuità con il Governo precedente. Anche il nuovo esecutivo sembra infatti voler centellinare le emissioni di Titoli di Stato per ottenere soldi immediati, dando invece la priorità ai fondi europei che però arriveranno non prima della fine del 2021.

E nel frattempo le imprese dovranno continuare ad anticipare soldi promessi dallo Stato e mai arrivati.

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fonte: ByoBlu

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1 commento su “Arrivano le chiusure ma non i ristori: il governo Draghi sembra un Conte ter”

  1. Carla D'Agostino Ungaretti

    Caro Direttore, neppure io esulto alla scelta di Draghi come Presidente del Consiglio, ma c’è un tratto di lui che me lo rende un po’ più simpatico dei suoi predecessori: è uno che parla poco. Come ha scritto Monica Guerzoni sul Corriere della Sera del 3 marzo (pag. 5) durante i vertici “Draghi ascolta, prende appunti, annuisce, ma non parla quasi mai”. Poi, però, decide ed agisce. E’ una bella differenza, non solo con i suoi predecessori loquaci e logorroici, ma con tutta la nostra classe politica in genere, vera corte dei miracoli capace solo di parlarsi addosso. E questo mi fa sperare, almeno un tantino.

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