Ma quanto fa paura la morte! Meglio far finta che non esista…

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Un amico lettore del Nuovo Arengario ci ha inviato questa lettera, che proponiamo alla vostra attenzione.

PD

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Caro Direttore,

vorrei raccontarti un’esperienza che sto vivendo e che mi rattrista profondamente.

Una mia parente è stata in questi giorni ricoverata in un “Hospice”, ovvero in una di quelle strutture ospedaliere dedicate ai malati terminali, alle cure palliative. Sono quei malati che l’ospedale dimette, perché ormai vicini al capolinea della vita e per i quali non c’è più una ragionevole speranza di guarigione.

Sulla struttura e sul personale che vi lavora, posso dire solo bene: pulizia e ordine, assistenza impeccabile, medici, infermieri e ausiliari bravi, scrupolosi, disponibili.

Ma c’è un particolare che mi ha colpito e angosciato: sembra che la morte non esista. Non si nomina mai, al più si parla di “fine vita”.

Crocifissi? Non ne ho visto nemmeno uno, né nelle stanze, né nei corridoi e negli uffici.

Il “cappellano ospedaliero” è un ricordo del passato, proprio in un luogo in cui la morte è di casa, e quindi, chi potrebbe servire più di un prete, di colui che può somministrare i Sacramenti?

Sì, passa saltuariamente un bravo prete, che però è stracarico di impegni, deve badare anche a diverse parrocchie, non ce la fa a stare dietro a tutto. Passa, saluta, dice qualche buona parola qua e là.

In compenso, è sempre presente lo psicologo, o la psicologa, perché aiuta ad “elaborare il lutto”.

Cosa voglia dire “elaborare il lutto”, francamente non l’ho mai capito.

Forse lo  psicologo mi può dire come dovrò presentarmi davanti al giudizio di Dio? O forse potrà spiegarmi che non ci sarà nessun giudizio, perché la morte non esiste, tant’è che parliamo pudicamente di “fine vita”?

E invece la morte esiste, ed è una faccenda terribilmente seria, perché, come ci ricordava Padre Pio, fino a un attimo prima della morte potremo pentirci e salvare la nostra anima, ma un attimo dopo ci sarà solo il giudizio. E il Padreterno è misericordioso, certamente, ma è anche giusto. Anzi, per meglio dire, è Lui la Giustizia.

E per presentarci davanti al Padreterno, che facciamo? Ne parliamo con lo psicologo?

No, caro Direttore, così non va. La morte fa paura e allora si fa finta che non esista. A ciò aggiungiamo poi la manfrina del “rispetto” per le “varie” religioni (ma la religione è una sola, e il Salvatore è uno solo, Gesù Cristo) e facciamo sparire il Crocifisso.

Togliamo proprio il simbolo della vittoria sulla morte, perché, tanto, la morte non esiste. Esiste il “fine vita”, una roba strana a cui si viene avviati dallo psicologo.

Hai notato che sui nuovi carri funebri non c’è più la Croce? Ovvia conseguenza.

Questo è progresso? Sì, ma solo progresso nella disperazione.

Grazie per l’attenzione e scusami per questo sfogo.

Attilio R. (Torino)

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3 commenti su “Ma quanto fa paura la morte! Meglio far finta che non esista…”

  1. Siamo in piena religione dell’assenza, quella tanto cara al massonicamente corretto. O, per meglio dire, religione dell’indifferenza.
    Il problema è che la gerarchia cattolica è connivente, o, nel migliore dei casi, succube.

  2. Caro Attilio, un mio caro amico sta vivendo la stessa triste situazione che lei descrive in maniera così accorata, senza poter sperare che al suo parente in fin di vita possa giungere il conforto dei sacramenti. Pare addirittura che non sia possibile somministrare l’Unzione degli infermi senza il consenso del malato il quale, nelle sue particolari tristi condizioni, spesso è confuso e non completamente presente a sé stesso. Dunque anche qui siamo di fronte a una questione di “rispetto”? Di quel rispetto ipocrita che i senza Dio stanno diffondendo per obbedire al politicamente corretto e all’obiettivo satanico di cancellare la presenza di Dio dalla vita di ogni uomo? Penso proprio di sì.
    Ma di fronte a tutto questo dolore ci consola il pensiero che la misericordia divina è talmente sconfinata che anche nell’ ultimo istante della nostra vita darà a tutti la libertà e la possibilità di riconoscerlo come unico Signore dell’ universo. In fondo come Disma, crocifisso accanto al…

    1. …al Signore e da Lui portato in paradiso solo per una piccola richiesta uscita dal profondo del suo cuore: “Signore, ricordati di me quando sarai nel Tuo Regno”.

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