La morte di Raffaella Carrà e il rientro dei nostri soldati dall’Afghanistan. E il funerale, senza lacrime, dell’Italia

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Nemmeno un sottosegretario si è scomodato per ricevere i nostri soldati, al rientro da una missione ventennale, costata 53 Caduti e 753 feriti.

 

Se vogliamo essere buoni cristiani, dobbiamo pregare sempre per l’anima di chi muore. Naturalmente pregheremo anche per l’anima della signora Raffaella Carrà. Però, per favore, ricordiamoci che è morta una brava cantante e soubrette. Anzi, forse era bravissima; non lo so, da decenni ho la felicità di non possedere il televisore e quindi non sono aggiornatissimo sul cosiddetto intrattenimento.

Leggo che la Carrà era molto popolare, e che aveva portato grandi innovazioni nello spettacolo. Avrà fatto divertire tanta gente, e questo di sicuro può essere una cosa buona. Se poi lo avrà fatto sempre con buon gusto, non lo so, anche se obiettivamente l’aver mostrato per la prima volta l’ombelico in televisione o avere lanciato il “tuca tuca” non mi sembrano meriti eccezionali.

Comunque, per la morte della signora Carrà abbiamo sentito dichiarazioni di quei due signori che, a punizione dei nostri peccati, sono pro-tempore Presidente della Repubblica e Presidente del consiglio. E scusate se è poco. Per quanto siano due calamità, per ora rappresentano lo Stato. E poi via via le dichiarazioni di altri politici, membri del governo, ministri, sottosegretari, eccetera.

Funerali da apoteosi. Glissons

Le dichiarazioni di cordoglio delle persone dello spettacolo, ovvero dei colleghi della defunta sono più che comprensibili. Ma chi rappresenta le “istituzioni”, il che un tempo comportava anche una solennità e sobrietà negli atti e nelle parole, cosa c’entra con la morte di una cantante, seppur fosse stata la più brava del mondo? Anche perché, signori miei, non parliamo della grande cantante lirica, che ha portato il nome e la cultura d’Italia agli onori del mondo. Parliamo del tuca-tuca e di “Come è bello far l’amore da Trieste in giù”, et similia…

È morta la signora Raffaella Carrà. Pace all’anima sua.

 

Nei giorni scorsi forse qualcuno si è accorto che all’Aeroporto militare di Pisa è atterrato un aereo, a bordo del quale c’era l’ultimo gruppo di soldati italiani provenienti dall’Afghanistan, con il generale comandante della Brigata Folgore e con il Tricolore, che per 53 volte fu alzato a mezz’asta nei vent’anni in cui i nostri soldati sono stati presenti in quel teatro di guerra.

Vent’anni di presenza militare italiana. 53 Caduti e 753 feriti. E una bandiera che ricordava la Patria lontana; quella bandiera per cui si sceglie una vita non facile, si sa che si rischia la pelle. Si obbedisce, si mostra valore, dignità, onore, dove necessario anche fino all’estremo sacrificio.

Ora la missione italiana in Afghanistan è ufficialmente terminata. Gli ultimi soldati sono tornati in Italia.

Ma i nostri politici erano troppo occupati per andare all’aeroporto di Pisa ad accogliere i militari. Perbacco, ci sono in ballo i sacri diritti dei trisessuali, dei “fluidi” di genere, degli invertiti e dei pervertiti, notoriamente massacrati ogni giorno sulle pubbliche piazze.

53 Caduti e 753 feriti? Quisquilie. Ci sono due Titani del pensiero come Fedez e Zan che ci spiegano che bisogna aiutare i bambini a cambiare sesso (vedi su https://www.ilnuovoarengario.it/delirio-di-zan-e-fedez-aiutiamo-i-bimbi-a-cambiare-sesso/).

Cosa vogliono questi militari? Ormai sappiamo bene che i militari sono pericolosi, ce lo ha spiegato quella signora tanto bella quanto intelligente, la signora Michela Murgia.

Siamo alla frutta. Ma è frutta marcia.

I veri funerali che si stanno celebrando, giorno per giorno, sono i funerali dell’Italia. Sono funerali senza lacrime, con pochi dolenti che ormai non riescono più nemmeno a piangere.

Sono i funerali di un Paese che fu meraviglioso e che sta morendo, accoltellato alle spalle da vergognosi politici felloni, che non sprecano una delle mille parole che dicono per ringraziare i figli migliori.

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15 commenti su “La morte di Raffaella Carrà e il rientro dei nostri soldati dall’Afghanistan. E il funerale, senza lacrime, dell’Italia”

  1. Ma forse è meglio così. Una presenza di politici all’arrivo dei nostri soldati sarebbe stata, né più né meno, un’espressione di ipocrisia.
    I nostri soldati sono tornati, hanno fatto il loro dovere, hanno pagato un pesante tributo di sangue. Hanno mostrato al mondo quel volto pulito e sano che, sia ringraziato il Signore, esiste ancora in Italia.
    Hanno mostrato al mondo che esistono italiani capaci di sacrificio e di ardimento. Se pensiamo che noi dovremmo essere rappresentati all’Estero da un Di Maio, vengono i brividi. Se pensiamo che siamo stati rappresentati dai nostri soldati, possiamo solo essere contenti. E i vari Draghi, Mattarella e compagnia briscola continuino i loro giochetti. Saranno seppelliti dalla Storia sotto il peso della loro fellonia.

  2. Caro Direttore,
    utilizzerò le sue splendide definizioni (che riporto qui sotto) nel dialogo (orale o scritto) con amici:
    “…quei due signori che, a punizione dei nostri peccati, sono (…) Presidente della Repubblica e Presidente del consiglio. (…) Per quanto siano due calamità, per ora rappresentano lo Stato”.

  3. Questo denota quanto lo stato ama i suoi soldati mandati dallo stesso stato a morire e soffrire in una terra che non è stata mai dominata da nazione alcuna,
    Signor Presidente dello stato, signor presidente del consiglio, signori ministri, ma non vi fate un pó schifo la mattina quando vi specchiate ammesso che lo facciate, ma non vi chiedete mai perché vi schierate sempre dalla parte eticamente sbagliata?
    Non c’è futuro con gente come voi e i morti sono tutti sulle vostre coscienze, ammesso che le abbiate.

    Invito chi concorda con i contenuti a condividere per dare la massima diffusione.

  4. Silvia Romano volontaria per una ONG catturata in Kenya e liberata dopo che lo stato italiano ha profumatamente pagato il suo riscatto, convertita all’lslam e rientrata con chador verde è stata accolta da Presidente del consiglio e dal Ministro degli Esteri.
    Il contingente italiano rientrato dall’Afghanistan dopo vent’anni di combattimenti e 53 caduti sul campo, è rientrato con Comandante in testa, onore e Bandiera di Guerra, ma a quanto pare non ha meritato che il presidente del consiglio ed il ministro degli esteri fossero presenti ad accoglierli.

    1. Bravo Giovanni, sull’accoglienza alla signorina velata ho pensato la stessa cosa. Vergogna!

  5. Parole sante, caro Deotto. Tutta gente senza dignità e senza vergogna. Così come senza vergogna gli officianti i funerali della signora Carrà e i loro superiori (frati e vescovi) che non hanno loro impedito di essere lì e di dire ciò che hanno detto. Non è da poco glorificare dall’altare chi un dì cantò a satana. Se se ne è pentita solo Dio lo sa, ma almeno si abbia il pudore di non muoversi dal convento e caso mai pregare per la sua anima.

    1. Hai la sicurezza che non si sia pentita davanti ad un confessore, e con fatti,
      oltre che parole, fatto ammenda di questo suo comportamento?
      Non è la difesa di una che vivente non ho mai stimato molto al di là del prurito che ha sollecitato in me (molto) più giovane, specie in certe esibizioni al di fuori del piccolo schermo, dove mostrò ancora più superfici di pelle, nelle balere estive non ancora discoteche, alquanto scatenata.
      È che per dovere di carità, ritengo sia giusto sospendere il giudizio.
      Tanto di là c’è il Giudice Giusto (º_^)

    1. Già, la canzone segnalata anche dall’amico Paolo di Genova. Titolo: “Satana”. L’ho sentita.
      Che schifezza. E che pena…
      PD

  6. Paolo di Genova

    Caro Direttore, la Carrà nel 2008 aveva composto (assieme a Boncompagni) e cantato una canzone intitolata “Satana” in cui diceva
    “Portami all’inferno con te”. Questa canzone si può ritrovare in internet con tanto di testo e musica cantate da Raffaella. A suo tempo fu anche accusata per questo di essere una satanista! Speriamo che si sia conver=
    tita in tempo.

    1. Carla D'Agostino Ungaretti

      Io non ho mai visto gli show di Raffaella Carrà, perché è un genere televisivo che non mi interessa, e comunque dubito che lei conoscesse la Bibbia, ma in ogni caso penso che tipo di “spiritualità” che ha vantato in alcune interviste sia modernissimo. Il relativismo moderno consente di ritagliare la fede secondo i propri gusti, come un vestito vecchio da rimodernare e lo dimostra la canzone citata da Paolo di Genova di cui (grazie a Dio) non avevo neppure sentito parlare. Però è anche la dimostrazione che la Chiesa moderna tace di fronte a certe mostruosità anticattoliche e, a forza di voler essere “inclusiva”, finisce per includere anche il demonio.

  7. Alberto Speroni

    Un comportamento simile, paranoico, assurdo, denota un popolo che nell’anima ha issato da tempo, la bandiera bianca della resa senza però neanche combattere!

    1. Alberto, non un popolo, una certa politica una certa classe politica, un certo ostentare il politically correct. Non un popolo, io faccio parte di questo popolo e come me moltissimi altri la pensano diversamente, molto diversamente. Amiamo la patria, onoriamo i caduti, i militari, le forze dell’ordine che pur con armi spuntate, tentano di mantenere ordine e giustizia in questo paese. Non un popolo, una minoranza che va combattuta e spodestata dai propri troni di potere, marci pure quelli, come la loro anima anti-italiana.

    2. Concetta gerardi

      Mi meraviglio della Chiesa, funerali in pompa magna con i frati che baciavano la bara e le ceneri in pellegrinaggio

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