La triste decadenza del Giornale – Da isola di libertà a voce di regime

.

Per Il Giornale dissentire dalla linea governativa sulla guerra in Ucraina è “follia”.

 

Era il 24 giugno 1974 quando nelle edicole uscì il primo numero del Il Giornale, il nuovo quotidiano diretto e fondato da Indro Montanelli. Chi non è più giovane, come il sottoscritto, ricorderà che in quegli anni iniziava quel processo di appiattimento dell’informazione, che avrebbe portato il primo quotidiano d’Italia, Il Corriere della Sera, a divenire portavoce di quel mondo felicemente definito proprio da Montanelli come “radical chic”. La proprietà del Corriere, nella persona della Contessa Giulia Maria Mozzoni Crespi, con il licenziamento del direttore Giovanni Spadolini e la sua sostituzione con Piero Ottone, attuò quella “svolta a sinistra” che spinse Montanelli a lasciare il Corriere, assieme a un gruppo dei più qualificati collaboratori, e a fondare “Il Giornale”, che fu per lunghi anni una voce libera in un panorama giornalistico che si faceva sempre più grigio e uniforme.

I tempi cambiano, cambiano le persone… e oggi, lo scrivo con vero rammarico, dobbiamo constatare giorno per giorno come Il Giornale, sotto la direzione di Augusto Minzolini, sia divenuto un obbediente Organo di Regime.

Lo aveva già dimostrato ampiamente nelle cronache della cosiddetta pandemia e ora lo riconferma nel nuovo argomento su cui bisogna essere tutti d’accordo, disciplinati e nel coro: la guerra in Ucraina.

Sul Giornale.it di oggi abbiamo letto un titolo interessante, a firma di Pasquale Napolitano: “Ultima follia alla Camera: il convegno filo-putiniano” (https://www.ilgiornale.it/news/politica/ultima-follia-camera-convegno-filo-putiniano-2046640.html ).

La partenza è più che chiara: se c’è un “qualcosa” in cui si parli bene – o almeno non malissimo – di Putin, non può essere che una “follia”.

Leggiamo allora l’articolo e apprendiamo che alla Camera dei Deputati si terrà, il 6 luglio, un convegno-dibattito intitolato Guerra e Pace. “Alle 18 tutti precettati”, scrive Napolitano. E già questa è la prima balla, perché ovviamente si tratta di una libera iniziativa degli organizzatori dell’incontro, a cui nessuno è obbligato a partecipare.

E quanto agli organizzatori, Il Giornale ci fa sapere che si tratta dei deputati Granato, Cabras e Costanzo, che hanno espresso, che orrore!, posizioni in contrasto con quelle governative sulla guerra in Ucraina e addirittura, doppio orrore!, posizioni anti-Nato.

Gli organizzatori dell’evento sono anche così sfacciati da dire che: «A oltre quattro mesi dall’inizio dell’operazione speciale militare in Ucraina secondo la versione russa o invasione secondo la speculare versione euroatlantica cominciano a emergere le prime avvisaglie di una frattura all’interno del cosiddetto fronte occidentale che si riflette nelle società civili dei vari paesi europei».

Questo fa fremere di sdegno l’articolista che, turbato, scrive: “E dunque, per i promotori dell’incontro, ospitato in Parlamento, l’invasione russa viene derubricata a ‘speculare versione euroatlantica’”.

Quindi, sintetizzando:

  • È difficile comprendere perché il convegno sia necessariamente “filo-putiniano”. Perché mette a confronto due definizioni, quella di “Invasione” e quella di “Operazione speciale militare”?
  • O è anche grave dire quello che vediamo tutti, ossia che ci sono fratture nel cosiddetto fronte occidentale?
  • O è anche grave, da parte dei promotori del convegno, avere espresso opinioni contrarie alla linea governativa e alla linea della Nato?
  • Quindi, dobbiamo dedurre che per Il Giornale il ruolo dei parlamentari è solo quello di ratificare le decisioni governative. Chi dissente, chi discute, va additato al pubblico disprezzo.

E così un Convegno, che non è di apologia né d’una né dell’altra parte in conflitto, si può tranquillamente definire come “Follia”.

Dibattere, discutere, non essere per forza tutti d’accordo con il Pensiero Unico, questo per Il Giornale è “Follia”.

Ma Indro Montanelli non si rivolterà nella tomba?

Condividi questo articolo:

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Print

Lascia un commento:

1 commento su “La triste decadenza del Giornale – Da isola di libertà a voce di regime”

  1. L'ANTICOMUNISTA

    Negli anni 70 se uno circolava col “Giornale” visibile in tasca rischiava di passare addirittura per fascista e perfino di essere picchiato!

I commenti sono chiusi.

Iscriviti alla nostra newsletter

Ogni settimana riceverai i nostri aggiornamenti e nulla di più.

Torna in alto